Allerta rossa per i fiumi del veneziano

L'intensa pioggia ha causato gravi danni e allerta rossa nella regione del Veneto orientale; la protezione civile risulta impegnata a mitigare le conseguenze delle bombe d'acqua. L'attenzione rimane alta

Allerta rossa per i fiumi del Veneto orientale, oggi fino al primo pomeriggio di venerdì.

Allerta massima per il Veneto orientale

L’allerta massima è scattata verso le 14 per Venezia, Treviso e Belluno. È stata grande la mobilitazione della Protezione Civile per scongiurare il peggio dopo che, nel corso della notte di mercoledì, una bomba d’acqua ha colpito il vicentino, il basso padovano e il veronese.

In 6 ore ha scaricato 229 mm di acqua, ossia la quantità che normalmente cade in 24 ore. Se si considera che un millimetro di pioggia equivale ad un litro in un metro quadrato, si fa presto a comprendere come sia accaduto che a Malo, nel vicentino, siano crollati due ponti. I danni sono stati registrati soprattutto per strade e campi. Centinaia i Vigili del Fuoco al lavoro con pompe idrovore per ridurre gli allagamenti ma per le colture c’è poco da fare.

Il ruolo essenziale dei bacini di laminazione nell’allerta

Le parole di Luca Zaia, Presidente del Veneto: “Un fatto straordinario aver aperto tutti i bacini contemporaneamente. Questo da un lato ci permette di dire che abbiamo evitato un disastro come gli allagamenti di molte città e paesi scantinati; dall’altro significa che queste bombe d’acqua circoscritte, intensissime e in pochissimo tempo sono un nuovo fenomeno che non conoscevamo anni fa.”

Poteva andare peggio però. I 6 bacini di laminazione, mai aperti tutti assieme, sono serviti ad evitare che venissero allagate le case e le industrie.

Il veneziano, nella zona della Riviera del Brenta, ha registrato una bomba d’acqua tra 00:00 e l’01:00 di mercoledì di 80 mm in un’ora e per via dei fulmini sono saltati diversi contatori dell’Enel. Nel pomeriggio di oggi, a Malcontenta, il fiume Brenta era vicino alle esondazione e la campagna in più punti era allagata.

400 i volontari della Protezione Civile ancora in azione. Stamane alle 11, Luca Zaia ha raccomandato la massima attenzione per le successive 24 ore: “Abbiamo ancora le prossime 24 ore di assoluta attenzione e massima allerta. La perturbazione dovrebbe spostarsi verso il Veneto orientale, quindi intaccare un po’ la provincia di Treviso, la provincia di Belluno e la parte bassa dell’Alpago e soprattutto il Veneto orientale.”

Fondamentali le opere di mitigazione

Si conta sulle opere di mitigazione realizzate per il 50% rispetto al piano messo a punto nel 2011, dopo la grande alluvione che aveva colpito il vicentino. Opere che hanno fatto da scudo in questi anni, nonostante i fenomeni meteorologici siano sempre più gravi.

Giampaolo Bottacin, Assessore alla Protezione Civile della Regione Veneto, dichiara: “Nel 2010, quando ci furono 32 rotture originali e oltre 200 comuni coinvolti nella grande alluvione del Veneto, abbiamo registrato precipitazioni ben più rilevanti in moltissimi eventi successivi. Non solo nelle poche ore di ieri, ma anche nel febbraio di quest’anno, nel dicembre 2020, anche con l’acquagranda e i danni non sono stati rilevanti come nel 2010. Questo è avvenuto grazie a queste opere.”

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