“Pillole di Legge” è una trasmissione a cura dell’avvocato Stefano Marrone che va in onda dal lunedì al venerdì alle 19.15, per spiegare ai telespettatori alcuni istituti giuridici e come esercitare i propri diritti. L’argomento della pillola di legge di oggi è spinoso e riguarda l’assegno di mantenimento. Il nostro ordinamento prevede che nell’ipotesi di separazione, divorzio o nell’ipotesi in cui si debba regolamentare il diritto di figli nati fuori dal matrimonio, ci sia una sorta di, per equazione, pannello che si mette per cercare di tenere in piedi l’assetto patrimoniale della famiglia.
Come viene scelta la somma dell’assegno di mantenimento
Uno di questi parametri, oltre ad esempio all’assegnazione della casa coniugale a favore del coniuge che ritiene il collocamento dei figli è l’assegno di mantenimento. A differenza di altre legislazioni, il nostro ordinamento non prevede dei parametri matematici cioè non dice ad esempio “al netto delle spese, se uno dei coniugi guadagna 1000 euro, di questi 1000 euro, 1/3 è destinato alla famiglia”.
Non abbiamo questi parametri e quindi, l’apprezzamento e la misura dell’assegno di mantenimento viene devoluto soltanto al giudice. Il giudice può recepire l’accordo su questo punto, i genitori o i coniugi trovano, ragionevolmente, una misura che vada bene ad entrambi.
Cosa succede se non viene trovato l’accordo tra i coniugi
Se c’è disaccordo lo decide lui di imperio. Si baserà sulla redditualità di ciascuno dei due genitori o coniugi e stabilirà poi in favore di chi deve essere impartito questo assegno. Sicuramente nei confronti di figli non autosufficienti che siano minorenni o che debbano ancora studiare pur essendo maggiorenni, ma anche nei confronti di uno dei due coniugi, non importa se il marito o la moglie.
Il nostro ordinamento non fa assolutamente nessuna differenza tra i sessi sulla base dell’articolo 3 della nostra Costituzione e il giudice dovrà soppesare la situazione patrimoniale dei due coniugi e disporre un’integrazione a favore del coniuge più debole. Nel giudizio di separazione questo assegno tende ad essere abbastanza ampio perchè la separazione è il primo step e quindi ci sono molti aggiustamenti economici che devono essere fatti.
Parametri da considerare nel divorzio
Viceversa, l’evoluzione della giurisprudenza è quella un pò più restrittiva quando si parla di assegno di mantenimento coniugale nell’ambito del divorzio. Allora, i parametri da considerare sono se il coniuge abbia un tetto sopra la testa, abbia la possibilità di lavorare, lavori e si fa normalmente questo tipo di confronto. Quindi, se possiamo e riusciamo ad essere ragionevoli e a metterci d’accordo è sempre la cosa migliore perchè sappiamo cosa ci aspetta.
Altrimenti, il giudizio sulla misura dell’assegno di mantenimento, tenendo conto della situazione economica di ciascuno dei due coniugi, dovrà essere affidato alla clemenza del giudice.
GUARDA ANCHE: Divorzio e separazione: consigli dell’avvocato Marrone