Venezia torna al centro della scena mediatica internazionale con gli attivisti per il clima che hanno imbrattato l’esterno della Basilica di San Marco suscitando la condanna delle istituzioni e dividendo l’opinione pubblica. Qualcuno ha applaudito questa mattina tra i turisti che hanno assistito al lancio di un liquido misto a fango e Nesquik con gli estintori contro i muri della chiesa. Ma il dibattito si è infiammato in rete e fra i media.
Le loro parole
“Io devo farlo perchè devo farmi arrestare solo perchè ho paura di non avere un futuro e la gente vuole che andiamo a lavorare, che andiamo a studiare, ma non ce l’abbiamo un futuro. Per cosa devo studiare? Per quale futuro? Quale lavoro? Io non ho un futuro! Devo fare queste cose, devo mettermi qui, mettermi in ridicolo, fare queste cose solo perchè ho paura, perchè il governo non mi tutela e siamo arrabbiati e urliamo perchè non ce la facciamo più! Vogliamo solo giustizia!”
Fermati dalla DIGOS gli attivisti
Sul posto è giunta la DIGOS (Divisione investigazioni generali e operazioni speciali) che ha portato in questura i 6 manifestanti di Ultima generazione. Tutti italiani tra i 20 e i 34 anni che hanno dichiarato in un comunicato di aver effettuato un’azione di disobbedienza civile aderendo alla campagna Fondo Riparazione. Durante la protesta infatti hanno steso uno striscione per chiedere 20 miliardi di euro e creare un fondo preventivo e permanente, utile a ripagare i danni da calamità e cambiamenti climatici estremi.
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