Biennale: l’architettura della resilienza al Padiglione Italia

Biennale, prima visita ai padiglioni per i giornalisti: sabato l'apertura "How will we live together" come condividiamo le nostre vite, la pandemia ci ha imposto un modo per farlo, ma ce ne sono altre e la 17esima edizione della Biennale di Architettura è una vetrina zeppa di idee.

Resilienza è il mantra del padiglione Italia coordinato da Alessandro Melis (guarda l’intervista) e mostrato oggi per la prima volta durante la vernice della 17esima edizione della Biennale di Architettura di Venezia.

Il padiglione all’Arsenale

Allestito in una parte delle Tese delle vergini all’Arsenale il padiglione ha l’obiettivo di mostrare come si possa edificare nel territorio in modo nuovo con materiali green o con strutture talmente solide da non richiedere continue demolizioni e sprechi.

La proposta è di tornare a come si costruiva un tempo quando per difendersi dal freddo e dalle alte temperature ci si circondava di mura solide e spesse oppure di barriere di alberi.

Gli obbiettivi della Biennale

Melis nel selezionare le opere accolte nel padiglione ha scelto ciò che fa riflettere su come le comunità italiane possono adattarsi al territorio e trovare abitazioni che non sprechino risorse accettando la sfida globale che l’intero pianeta è chiamato a vivere in questi anni in cui si sta consumando più di quello che il pianeta offre.

Il padiglione è diviso in due aree quello che mostra come le comunità si sono adattate al territorio finora e come potrebbero farlo in futuro con visioni che hanno lo scopo di suscitare domande oltre che suggerire idee. La tempesta Vaia avrà uno spazio dedicato, un evento atmosferico del tutto anomalo che ha dimostrato come l’Italia non è più protetta dalle conseguenza catastrofiche causate dalla forza degli elementi della natura come un tempo pur godendo di un clima mite. GUARDA ANCHE: Biennale di Architettura a Forte Marghera: come giocare tutti insieme

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