È Venezia a dare il via al piano sperimentale regionale per la riapertura delle scuole, non solo aule, ma anche attività all’aria aperta puntando sulle 300 fattorie didattiche venete che hanno dato la loro disponibilità. Parte da qui il progetto di ripartire con i nidi e i centri estivi per la prima infanzia nel Veneto messo a punto dalla regione.
Il piano presentato in questi giorni dall’assessore alla salute Manuele Lanzarin e l’assessore alla formazione Elena Donazzan ha l’ambizione di diventare un progetto pilota se altre regioni lo accoglieranno dopo l’ok del governo e se saranno date risorse. Si comincerebbe da Venezia e Rovigo, ultime Verona e Belluno dove il contagio si è maggiormente diffuso.
Centri estivi
I bimbi dagli o ai 6 anni dovrebbero entrare in piccoli gruppi stabili di cinque compagni con un educatore di riferimento, una sorta di circoli esclusivi a cui si arriva attraverso ingressi e uscite a turno e la priorità sarà dati ai bimbi disabili. È necessario un patto di responsabilità tra educatori e famiglie però per tenere alta la guardia una volta fuori dai centri e segnalare eventuali sintomi-spia di contagio emersi in famiglia, sia tra i minori che tra gli adulti. Saranno richieste le vaccinazioni e la profilassi antinfluenzale e anti-pneumococcica. Adulti ed educatori avranno dispositivi di protezione.