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Christian Costantini: Salvare l’arte, operazioni e precauzioni

Christian Costantini, comandante del Nucleo Tutela Patrimonio Ambientale di Venezia, ci spiega quali sono le attività che lui e i suoi colleghi svolgono.

Christian Costantini, carabiniere comandante del Nucleo Tutela Patrimonio Ambientale di Venezia è l’ospite di oggi che ci spiega in dettaglio quali sono le attività e le operazioni che lui e i suoi colleghi svolgono. Unica forza di polizia che si occupa di questo particolare settore in Italia e parte dei Caschi Blu dell’ONU, parecchie le operazioni che lui e la sua squadra hanno portato a termine con successo dal 2016, anno nel quale si è trasferito a Venezia.

È un settore all’interno del corpo dei Carabinieri molto importante, perché fa da spartiacque nel mercato delle opere d’arte, aiuta a stabilire quelle false dalle vere, e fornisce sostegno a chi si muove negli investimenti in questo mondo.

Le operazioni

La prima opera importante riportata nell’Archivio di Stato di Venezia dopo 70 anni dal furto sono le Mariegole della Scuola Grande San Giovanni Evangelista e della Misericordia. Sono delle opere del 1300 circa, scritte in dialetto veneziano e che insegnavano i mestieri più importanti come quello dell’artigiano, dell’agricoltore. Erano custoditi all’interno delle corporazioni, appunto Scuole Grandi. Queste opere sono poi arrivate a Boston, dove uno studioso casualmente ha chiesto di visionarle e gli è venuto il dubbio potessero essere di matrice veneziana. Dopo averne dimostrata l’inequivocabile appartenenza è stato avviato il processo di rimpatrio.

Un’altra opera recuperata, ma di tipo ecclesiastico, è “San Carlo Borromeo in contemplazione” di Andrea Crespi, rubata nel 1992 alla chiesa di San Pietro e Paolo e recuperata solo l’anno scorso. Il possessore, deve sempre dimostrare dove, come e da chi ha acquistato l’opera e averne la ricevuta di acquisto. La buona fede non sempre vale, come nel caso di questo dipinto, era noto che non fosse disponibile alla vendita.

Un’ulteriore opera riportata alla luce è stata un quadro a casa di un privato nel trevigiano, rubata nel 1970 a Castel Arquato, una tavola in legno del 1400 attribuita a Filippo Lippi. Il privato, nonostante avesse acquistato correttamente l’opera, ha dovuto rinunciarvi perché di appartenenza ecclesiastica.

Infine, le più recenti opere sono due falsi attribuiti a Mancini scoperti lo scorso maggio.

Non solo recupero di opere

Non c’è solo attività di recupero di opera d’arte, ma anche controllo mercati di case d’asta, gallerie, antiquari, siti archeologici. Infatti, tengono aggiornato il loro sito con le opere catalogate e una banca dati banca dati delle opere lecitamente sottratte con oltre 1 milione e mezzo di immagini. Nel sito si trova anche un decalogo sui passi da fare per acquistare un’opera d’arte in totale sicurezza e legalità.

A proposito del furto a Palazzo Ducale, loro fanno anche consulenze e verifiche all’interno di musei, inoltre hanno due pubblicazioni “La sicurezza anticrimine nei musei” e “Linee guida per la tutela dei beni culturali ecclesiastici” scaricabili anche in formato PDF dal loro sito www.carabinieri.it

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