Claudio Scarpa: la preoccupazione degli albergatori di Venezia

Passi avanti sul fronte alberghiero. Poco più di un quinto degli hotel veneziani è ripartito e molti altri lo faranno entro la fine del mese. Ne parla Claudio Scarpa direttore dell'Associazione Veneziana Albergatori

Gli Enti bilaterali del turismo e del terziario della provincia di Venezia hanno presentato questa mattina, alla Confcommercio di Mestre, un protocollo di collaborazione firmato con l’Istituto tedesco BGN (equivalente all’Inail italiana), che fissa l’applicazione delle stesse misure di prevenzione e di sicurezza anti-Covid che sono applicate in Germania, negli alberghi e dall’Ava arrivano notizia su una graduale apertura degli hotel. Abbiamo intervistato Claudio Scarpa, direttore dell’associazione.

Claudio Scarpa e gli albergatori

Gli americani hanno cancellato le prenotazioni e non riappariranno sulla scena italiana prima del 2021. Gli europei, invece, stanno per tornare. Poco più di un quinto degli hotel veneziani è ripartito e molti altri lo faranno entro la fine del mese. Il comparto alberghiero conta oggi su circa 55-60 alberghi aperti sui 280 che aderiscono all’Ava (l’associazione degli albergatori locali). Numeri che danno la misura della volontà di andare oltre il passato, aspettando di ricevere i primi ospiti

Dai mercati europei, tuttavia, cominciano ad arrivare segnali che invitano alla fiducia. L’imperativo, in questa estate post-Covid, è resistere e prendere lo slancio per le stagioni che verranno. Per fine giugno dovrebbero riaprire il 70% degli alberghi, altri invece apriranno a settembre in occasione della Mostra del Cinema. Altri hotel invece non riapriranno soprattutto quelli a conduzione familiare con la proprietà dell’immobile, che cercheranno di minimizzare i costi. La concezione comune è quella di sopravvivere a questo 2020 per arrivare a primavera 2021.

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