Comunità islamica di Jesolo: una certificazione di agibilità impedisce la preghiera.
Continua il braccio di ferro tra il sindaco Valerio Zoggia e la comunità islamica di Jesolo riguardo al suo centro di ritrovo e preghiera. “Viviamo in Italia e dobbiamo seguire la legge italiana”, queste sono le parole di Kamal Hossain, rappresentante della cultura bengalese, che mostra l’intenzione della comunità islamica di non andare a pregare in quel luogo finché non sarà concessa l’agibilità. La comunità non è arrabbiata, ma Hossain vuole che anche i musulmani di Jesolo, in quanto umani, il diritto di avere anche loro un posto per pregare. Sul tema interviene anche Laberto Schibuola, Lega Nord, che ribadisce che è necessario regolamentare il luogo per seguire le leggi italiane, senza fare distinzioni per nessuno. Salvatore Esposito, Sinistra Italiana, si schiera a difesa della comunità musulmana: visto che per anni i musulmani hanno pregato in garage di infimo livello, oggi, secondo lui, si poteva lasciarli pregare nel luogo che avevano trovato, dando anche un segno di distensione nei loro confronti. E’ una “sagra dell’ipocrisia”, continua Esposito: i musulmani di Jesolo hanno pregato in posti indegni e nessuno ha mai chiesto loro documenti, mentre appena hanno trovato un posto ci si accanisce perché manca un certificato di agibilità. Sulla questione è intervenuto anche il Vice Governatore della Regione Veneto Gianluca Forcolin ricordando che non è sufficiente avere un contratto d’affitto su un garage per aprire un’attività culturale che richiama centinaia di persone, servono le norme di sicurezza e la certificazione per l’accesso al pubblico.