Conservatorio Benedetto Marcello: l’anniversario del noto compositore

Il 24 luglio nasceva e moriva Benedetto Marcello, il compositore a cui è intitolato il Conservatorio di Venezia

Domani si celebra un importante anniversario: quello della nascita e morte del compositore Benedetto Marcello, nato il 24 luglio del 1686 e morto nello stesso giorno a soli 53 anni.  Proprio in occasione di questa ricorrenza, da domani al Conservatorio Benedetto Marcello si darà il via a una rassegna di sei appuntamenti musicali intitolati “Il Marcello suona”.

Il Conservatorio Benedetto Marcello

Logge, affreschi, dipinti, stucchi, cortili, saloni monumentali e la terrazza più alta di Venezia da cui si gode di una impareggiabile vista su Venezia, a 360 gradi. Essere allievi del Conservatorio Benedetto Marcello è davvero un privilegio. Sia per la qualità dell’insegnamento, sia per il patrimonio artistico e storico in cui gli allievi sono immersi.

Il Conservatorio è una delle istituzioni più famose al mondo. Amato dagli italiani e dagli stranieri, affonda le sue radici in uno dei palazzi più belli di Venezia, palazzo Pisani in campo Santo Stefano, dove tutto ciò che si guarda è uno splendore per gli occhi.

Benedetto Marcello

Benedetto era un rampollo dei patrizi Marcello, aveva studiato da avvocato e dal 1707 era anche entrato a far parte del Maggior Consiglio della Serenissima.

“È stato sicuramente un compositore molto importante nella sua epoca. Dalla famiglia era stato avviato agli studi giuridici – racconta il direttore del Conservatorio, il professor Roberto Gottipavero – è stato magistrato ed ha svolto incarichi per la Repubblica veneta. Però la passione musicale, e soprattutto una sorta di rivalità con il fratello Alessandro, ad un certo punto lo ha convinto ad investire tutte le sue energie nello studio della musica.”

“È famoso per 50 salmi che ha musicato per voci e basso continuo. Un’opera molto importante, che è stata studiata da tutti i musicisti che sono seguiti dopo di lui e che hanno in qualche modo dato valore alla sua opera compositiva. Ragione per cui, nel 1800 era molto stimato da Verdi e da Rossini ma anche da Antonio Buzzolla, maestro di cappella alla Basilica di San Marco. Questo era tra i promotori della nascita dell’allora liceo “società e scuola musicale Benedetto Marcello”. Pare che l’intitolazione a al compositore sia da attribuire proprio a una sua spinta”.

La storia del Conservatorio

La storia del liceo, poi liceo musicale pareggiato e infine Regio Conservatorio nasce alla fine del 1800. Una scuola di cui Venezia, che quest’anno celebra i 1600 anni dalla sua fondazione, sentiva fortemente il bisogno perché altre importanti città come Milano, Napoli e Bologna, avevano già istituito dei licei musicali.

Ci sono voluti anni di discussioni e di ricerca di finanziamenti per fondare il primo liceo, nel 1867. In seguito, nel 1940, sotto la guida del direttore Gian Francesco Malipiero, è diventato Regio Conservatorio, così come lo conosciamo adesso.

Oggi il Conservatorio è una istituzione di alta formazione artistica, musicale e coreutica. Rilascia diplomi accademici di primo e secondo livello equiparati alle lauree di primo e secondo livello oltre a corsi master, propedeutici al triennio e corsi base con una media di circa 400 studenti per anno e 86 docenti.

“La prima sede, dal 1867 al 1880, era fisicamente a palazzo Da Ponte, da cui si accede da campo San Maurizio – ricorda il direttore – poi con l’esigenza di spazi da settembre del 1880 fino al 1897 il liceo si trasferisce alle sale apollinee del Teatro alla Fenice. Infine, sempre per rispondere alla richiesta di maggiori e adeguati spazi si è identificato in palazzo Pisani la sede ideale per il Conservatorio, soprattutto perché aveva una grande sala concerti.”

“Palazzo Pisani è il palazzo più grande di Venezia, secondo solo a Palazzo Ducale per metratura. Un palazzo che consta di circa 200 stanze, la maggior parte delle quali adibite ad aule ed uffici. Ha la caratteristica di avere la terrazza più alta di Venezia, dalla quale si può godere di un panorama su tutta la città. È un palazzo che dà anche agli studenti una atmosfera particolare. Tra dipinti e stucchi si respira un’aria unica. Molti, anche stranieri, dicono che il nostro Conservatorio è la scuola più bella del mondo. Qui io non posso che essere d’accordo”.

La biblioteca del Conservatorio

Il Conservatorio custodisce anche una biblioteca di oltre 50 mila volumi, oltre a un museo dove sono esposti alcuni curiosi cimeli: come il leggio, la bacchetta e il basco di Wagner.

“Fin dalla sua fondazione il Conservatorio si è dotato di una biblioteca che è a servizio di docenti e studenti, ma anche degli esterni” – racconta responsabile della biblioteca, il professor Paolo Da Col.

“Le raccolte del Conservatorio di Venezia comprendono diversi lasciti e fondi antichi piuttosto importanti. Rappresentano una sorta di affresco, di sintesi della vita musicale del 700 veneziano, che sappiamo essere stato molto importante nel panorama italiano.”

“Ad esempio, abbiamo il fondo Giustinian, della famiglia Giustinian delle Zattere, quello di Torrefranca e quello del Museo Correr che è in comodato”. Ci sono stampe, arie operistiche, partiture teatrali. Alcune perle rare, come i manoscritti autografi di Franz Liszt, di Benedetto Marcello e l’unico manoscritto autografo di Vivaldi conservato a Venezia.”

I danni dell’Acqua Granda

“L’acqua Granda del novembre 2019 è un evento tragico. Ha visto il concorso di molti volontari, studenti, docenti ed esterni, che hanno voluto aiutare a salvare questi libri dall’acqua, accelerando il processo di recapito degli stessi presso i luoghi dove poi sono stati restaurati”.

“Devo dire che questo concorso fraterno c’è stato anche successivamente. Grazie in particolare alla Biblioteca Marciana e ai restauratori della Biblioteca Nazionale di Firenze. Ci hanno aiutato a salvare manoscritti e stampe che sono tutti leggibili. Oggi è in atto il restauro di alcuni pezzi rari e più deteriorati. Inoltre, c’è anche un accordo con Ca’ Foscari per un restauro digitale di parte di alcuni di questi. Contiamo di porre in salvo tutto questo patrimonio così prezioso” conclude Da Col.

Exit mobile version