Corrado Clini: “Su Marghera politica è stata incerta”

L'ex Ministro dell'Ambiente parla del mancato sfruttamento della zona di porto Marghera

Per Corrado Clini, Marghera aveva le potenzialità per diventare un grande polo, ma la politica non è stata in grado di sfruttarlo.

Il commento di Corrado Clini su Marghera

“Quando io facevo il ministro nel 2012 sottoscrissi, qui a Venezia, con la regione un accordo per il risanamento ambientale di Marghera, al quale avevano aderito anche le grandi le grandi imprese. Era sostanzialmente basato su una visione di riqualificazione di quest’area per farla diventare un polo di sviluppo di tecnologie innovative, sulla base dell’esperienza accumulata. Perciò, valorizzando anche la cultura che si è creata in questo territorio. Purtroppo non siamo riusciti a portarlo avanti perché, dal lato opposto, l’apparato amministrativo burocratico non è stato all’altezza della sfida”.

L’accordo con Eni

“Ad un certo punto eravamo riusciti a liberare cento ettari del territorio di Porto Marghera, con un accordo con Eni, per far diventare questi 100 ettari il primo motore di questo sviluppo. Ma non è successo quasi nulla. La burocrazia ha una responsabilità, ma è relativa perché è mancata la politica, che è stata molto incerta”.

Le grandi navi

“Io ho fatto il decreto nel 2012 per chiudere il traffico delle grandi navi veloci del bacino di San Marco. Dal 2012 ci sono voluti 10 anni perché questo diventasse operativo. Nel frattempo l’idea di far diventare, per esempio, Porto Marghera un punto di riferimento per il trasporto dei passeggeri via nave e trasferire sulle banchine di Marghera la realizzazione di un nuovo porto non è andata avanti.

Abbiamo coltivato grandi competenze, abbiamo tuttora grandi capacità, c’è qualcosa che manca. E quello che manca sostanzialmente ha creato questa situazione difficile in tutta Italia, perché la situazione di Porto Marghera non è diversa da quello che c’è in Sicilia o della TAV”.

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