La gestione e manutenzione del Mose sono già iniziate: servono almeno 200 milioni di euro per non perdere il patrimonio
Non è ancora finito e già servono fondi per la manutenzione del Mose: almeno duecento milioni per non perdere un patrimonio costano cinque mila milioni. La gestione e la manutenzione del Mose sono già dunque cominciate.
È il senso della lettera inviata dal presidente del Provveditorato alle Opere Pubbliche Roberto Linetti al governo. La richiesta di avere dalla prossima Finanziaria i 221 milioni necessari al completamento dell’opera, è stata accolta dal governo. Ma a quella cifra vanno aggiunti altri 200 milioni per la manutenzione del prossimo triennio. E 80 milioni l’anno a partire dal 2021, quando il sistema dovrebbe andare a regime.
“Attività di cui risulta indifferibilmente necessario l’avviamento”, scrive Linetti al ministro Delrio. La cifra a sei zeri serve ad acquistare le attrezzature necessarie alla gestione del sistema Mose, a mantenere in efficienza quanto già installato, ad esempio le paratoie già approntate ma in attesa di essere azionate a Mose finito, pare fatichino ad alzarsi.
E’ stato installato anche uno speciale sistema acustico per tenere lontani i gabbiani: il guano danneggia le vernici. Ci sono poi i contenziosi milionari con le ditte esecutrici a causa della forzata inattività.
Per completare la diga mobile serve poi restaurare i Bacini all’Arsenale e costruire della grande infrastruttura contestata dagli ambientalisti per la pulizia delle paratoie. Ci sono poi da finanziare l’attività di movimentazione delle protezioni già installate alle bocche di porto: Treporti, Malamocco e a fine anno Chioggia, in primavera San Nicolò.