Daniele Nicolai: “Siamo in un’inversione di tendenza”

Daniele Nicolai, CGIA Mestre, ci spiega come nel periodo del Covid la produzione italiana aumentasse alla metà della velocità degli altri paesi europei. Ora con la pandemia c'è stata un'inversione di tendenza. Ci spiega poi il PNRR e come il Veneto ne potrebbe usufruire.

Oggi siamo in collegamento con la CGIA di Mestre, come ogni 15 giorni per un aggiornamento sul territorio. Oggi ne abbiamo di cose da dire. Daniele Nicolai, eccolo qui, assieme con Andrea Vavolo, sono i due esperti del centro studi che fanno ricerche per noi. Fanno studi in tutta Italia e adesso abbiamo delle novità. Lo dirà lui ma ve lo anticipo io; la spesa pubblica sta aumentando a dismisura. Ci siamo già fatti fuori 4 PNRR. È esatto?

“È proprio così. La spesa pubblica italiana prevista per il 2021, sforerà proprio quota 1000 miliardi di euro. È un’enormità, sappiamo che di questi, circa 300 sono pensioni. Abbiamo poi tutta la parte dei redditi della di Pubblica Amministrazione; quindi stipendi e salari che aumentano sostanzialmente a quasi 180 miliardi. Sono in aumento nonostante il numero di dipendenti pubblici sia in progressiva diminuzione negli ultimi tempi. Poi c’è tutta una parte di consumi interni che la Pubblica Amministrazione ha bisogno di effettuare per mantenersi.”

“Il problema è che anche depurando questo effetto da quello che è stato il Covid, e quindi abbiamo avuto bisogno di maggiore spesa pubblica per venire incontro a una situazione drammatica di cali di consumi e di produzioni. Però è anche vero che se scorporiamo questo effetto, tendenzialmente la spesa pubblica in Italia, purtroppo, sta aumentando. Se noi non la conteniamo, o meglio, non la riduciamo nel tempo, avremo pochissimo margine per effettuare riforme fiscali; quindi per abbassare quella che è la pressione fiscale su imprese e cittadini che è una fra quelle più alte d’Europa. Abbiamo parlato di 1000 miliardi di spesa pubblica l’anno; tanto per compararla sappiate che sono 4 PNRR. Cioè quelle risorse messe a disposizione dall’UE, che assieme al piano complementare italiano, aumentano a 235 miliardi. Se moltiplichiamo per 4 non arriviamo neanche a questi 1000 miliardi di spesa pubblica.”

I bonus. In questo momento c’è la possibilità di acquistare dei televisori con i bonus. Questi bonus che molti dicono sembrare un istituto da dittatura; distribuzione di cose a persone che non stanno lavorando. Regali che non creano ricchezza ma accontentano qualcuno. Daniele Nicolai, questi bonus, quanto incidono su questo aumento della spesa?

“Incidono relativamente. Sono programmi inferiori rispetto a quelle che sono le risorse messe a disposizione per la riduzione della pressione fiscale. Come accennavi prima tu; messe insieme con altri provvedimenti che dal punto di vista dei consumi attuali, aiutano ad aumentare un po’ quello che è il livello della spesa degli italiani; in questo periodo è molto molto basso. Ricordo che di consumi abbiamo perso 13 punti percentuali nel 2020. Sono ripartiti molto poco nel 2021. Aiutano quindi a sostenere la spesa. Non sono però quei provvedimenti di lungo respiro che invece sono generati da quelli che sono gli investimenti. Se noi pensiamo ad esempio al PNNR il suo intento è quello di spesa per investimenti, più che copertura di spese correnti. Proprio perché l’obiettivo è quello di far crescere il Paese con un tasso di copertura più veloce nel tempo. Sappiamo che il nostro Paese era quello che cresceva meno. Cresceva appena dell’1% annuo.”

Ricordo che quando era andato su il governo Conte-Lega-5Stelle, eravamo quasi a livello di recessione.

“Si. L’economia stava già rallentando al di là del Covid. Stava rallentando quella che era una piccola recessione. Il problema è che l’Italia viaggiava a metà della velocità di tutti gli altri paesi europei competitor. Adesso c’è fortunatamente un’inversione di tendenza. È vero che abbiamo perso moltissimo nel 2020, stiamo però recuperando. Non ancora pareggiando ma con una buona spinta sul 2021. L’auspicio è quello di mantenere vivo questo tasso di crescita, cercando di spostare il paese sui grandi investimenti che potrebbe farci diminuire il gap che abbiamo perso nei confronti degli altri paesi europei” ha detto Daniele Nicolai.

Non abbiamo ancora recuperato; ma sarebbe bene che continuassimo a crescere così. Probabilmente non sarà così. Se prima del covid non crescevamo, i problemi strutturali rimangono. Giustizia che non funziona, Pubblica Amministrazione che non funziona. Ricordiamo che la Speedline in questi giorni ha annunciato che se ne va, perché in Polonia il prezzo del lavoro è più basso. Ci sono quindi dei problemi strutturali che devono essere affrontati. PNRR nel Veneto; cosa cambierà e quando partiranno i cantieri?

“In cosa cambierà è difficile dirlo. Intanto è stata fatta una simulazione su quelle che potrebbero essere le risorse destinate al Veneto. Facendo finta che le risorse vengono assegnate nella stessa maniera con cui l’Europa ha assegnato le risorse ai vari stati, quindi con parametri quali la popolazione, il PIL, ecc..; al Veneto spetterebbero circa 15 miliardi di euro. Non sono molti. Il Veneto aveva chiesto con un proprio PNRR regionale; presentato al governo e agli altri enti che si occupano di questa materia, un piano da 25 miliardi. Piano che verrà sicuramente già disatteso. Una serie di opere che erano incluse in questo piano, in realtà non saranno portate avanti.”

“Il discorso del PNRR è questo. Le risorse sono in campo sostanzialmente alle amministrazioni centrali. Sono 191 miliardi in senso stretto. Aumentano a 235 se consideriamo anche la parte di aggiunta di fondi statali. Li ha in mano, per due terzi, 5 ministeri. Sono loro che decidono come vengono ripartite queste risorse, soprattutto sulla base di bandi. Bandi che verranno lanciati in questa nuova parte del 2022-2023. Sarà la parte principale in cui si dovranno mettere a bando tutte quelle risorse che non sono ripartite. Alcune risorse sono già state ripartite perchè riguardano sostanzialmente dei vecchi progetti. Parte di queste risorse sono dunque già state assegnate.

“C’è un vincolo molto forte; almeno il 40% delle risorse deve essere destinato al Mezzogiorno. Una quota che è dunque superiore a circa il 33% di budget sul quale nelle riaprtizioni territoriali di solito spetta la Mezzogiorno. Al Centro-Nord rimane il resto, se va bene. Deve infatti guadagnarsi attraverso progettazioni e la vincita di bandi di queste risorse.” ha detto Daniele Nicolai.

Si, ma nulla di nuovo sotto il sole. Nel senso che al Sud sono sempre stati dati molti fondi, è abbastanza noto, basta guardare i dati, perché il sud deve ripartire. Se riparte il Sud riparte anche il paese. Se accade bene, se non accade allora si, sono soldi buttati. Questo è il problema vero, non che sia sbagliato darli al Sud. Ma il Nord con i soldi che avrà, cosa farà? Cosa vedremo noi di nuovo nella nostra regione?

“Beh di nuovo non vedremo nulla rispetto a quello che era già in previsione. Si diceva appunto anche prima, ragionavamo fuori onda, sulla TAV ad esempio. Sappiamo benissimo che l’infrastruttura della linea tra Milano-Venezia, è quella che poi da Torino, sull’asse orizzontale, va verso l’Est dell’Europa, era fondamentale per il nostro territorio. Purtroppo anche inserita nell’ambito del PNRR questa operazione al 2026 si fermerà sostanzialmente a Vicenza, anzi fuori dalla città di Vicenza, a Vicenza ovest. Quindi capite che anche dal punto di vista infrastrutturale, non c’è data questa opportunità di avere una spinta su quelle che sono le infrastrutture.” queste le parole di Daniele Nicolai.

Si però nel frattempo è stata approvata la bretella aeroportuale. C’entra con il PNRR o è a parte?

“C’entra anche in parte con il PNRR. Diciamo sono tutta una serie di risorse che vengono assegnate, incanalate su progettazioni che erano già bene esistenti. Sappiamo che la parte infrastrutturale dei 30 circa miliardi, la parte fondamentale proprio, va alle reti ferroviarie italiane che appunto hanno l’obiettivo di modernizzazione il paese”. Ha commentato così Daniele Nicolai, della CGIA di Mestre.

Allora, a proposito di modernizzare il paese, la banda larga?

“La banda larga si ci sarà. Sappiamo anche che in Veneto siamo in ritardo su quello che è lo sviluppo della banda larga. Poi c’è tutta la parte della digitalizzazione. La digitalizzazione anche per l’impresa. Ma attenzione, nel senso che le risorse sono destinate attraverso dei crediti di imposta, fatti verso quell’impresa che intende modernizzarsi, investire nella digitalizzazione nel 4.0 ecc.. Però anche qui, perché qui è bene, quando ci saranno i bandi che sono previsti, presto, anche nella prima parte del 2022, dovremmo andare a capire effettivamente che requisiti ci sono per questi bandi. Ovvero, andranno a favorire la nostra micro-impresa, il nostro artigianato, e quindi saranno a misura d’uomo, o meglio di piccola impresa, o sono già destinati a grandi imprese a grandi multinazionali, con poi il rischio anche che abbandonino il paese?”.

Ecco, poi c’è anche la questione dei controlli. In questi giorni il ministro ha detto non preoccupatevi ci saranno degli ispettori che controlleranno la partenza dei cantieri. Poi ci saranno i burocrati che si mettono in mezzo, un po’ perché hanno paura, un po’ per altri motivazioni e i cantieri rischiano di non partire.

“Sicuramente si, qui c’è una nuova logica di operare. Come in Italia forse non siamo abituati. Il PNRR consente l’accesso a queste risorse solo riscontrando degli obbiettivi e dei traguardi. Gli obbiettivi sono cose tangibili da raggiungere. Quindi che ne so, 1000 posti di asilo nido in più, 1000 posti ospedalieri con rianimazione ecc.. quindi sono molto tangibili. Gli altri sono legati invece alle riforme. Ci siamo impegnati ad effettuare una serie innumerevole di riforme durante questi segnali di vita del PNRR. Quindi questa è una prima parte di come si andrà a rispondere agli obbiettivi e appunto, all’organizzazione delle cose. Per ricevere le risorse, poi a cascata, mano a mano che passiamo dalle amministrazioni regionali ai locale tutti i singoli enti dovranno rispettare dei precisi obbiettivi. Ma non solo di spesa, ovvero come spendere i soldi, ma proprio di risultato. Quindi è chiaro che la progettazione e la capacità di seguire la rendicontazione di questi processi sarà fondamentale.”

Daniele Nicoali continua: “Il nostro auspicio va alla pubblica amministrazione. Saranno i sindaci, gli amministratori comunali o meglio i dipendenti comunali addirittura a cimentarsi in questi bandi dove la performance è la prima cosa da rispettare. Li ci sarà bisogno di un lavorone per portare a casa questi soldi e soprattutto per restituirli quando non riuscissimo a ottemperare quelli che sono gli obbiettivi” ha concluso Daniele Nicolai.

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