In Cina i cinema riaprono dopo la tempesta Coronavirus
Dopo tre mesi di totale quarantena, con i cinema del Paese che hanno perso centinaia di milioni di dollari, la Cina riparte, mentre il resto del mondo è alle prese con il Covid-19: circa 700 sale hanno ripreso le proiezioni, affidandosi a grandi classici hollywoodiani dell’ultimo decennio, dai quattro episodi dei “Marvel’s Avengers”, ad “Avatar“ di James Cameron, “Inception” e “Interstellar“ di Christopher Nolan. Molti di questi cinema sono piccoli, con pochi schermi e situati in regioni remote duramente colpite dal picco epidemico dello scorso febbraio, mentre nessuna catena nazionale ha ancora annunciato la ripresa della propria attività.
Mancano titoli inediti e c’è ancora la paura del Covid-19
Del resto trovare titoli inediti, per ora, è praticamente impossibile visto che in Europa la distribuzione è ferma da settimane e negli Stati Uniti le sale hanno chiuso qualche giorno fa. E così gli esercenti cinesi hanno dovuto affrontare due inedite difficoltà: convincere gli spettatori a una ritrovata sicurezza, e i distributori a fornire nuove pellicole. Un accordo stipulato tra diversi studios locali e il distributore China Film Group sostenuto dallo Stato, consentirà di rimettere in cartellone diversi successi recenti, compresi “Wolf warrior 2“, “The wandering Earth” e “Wolf totem“, lasciando tutti gli incassi ai proprietari dei locali.
Recenti rilanci hanno messo a segno incassi di tutto rispetto
Si spera dunque che il rilancio dei classici recenti segua la scia di “Titanic”, che nella riedizione del 2012, incassò nel paese 145 milioni di dollari, mentre “La città incantata” di Miyazaki, tornato in sala nel 2018, raccolse 70 milioni raccolti. “Avatar”, da parte sua, al debutto guadagnò solo 202 milioni di dollari nel 2009, quando il boom cinematografico cinese non era ancora diventato realtà, al contrario i quattro film della serie “Avengers” hanno accumulato 1,3 miliardi.