In 30 anni le emissioni di gas serra devono essere drasticamente ridotte. L’emergenza climatica irrompe a Mestre traverso un convegno organizzato dall’Ordine degli Ingegneri del Veneto che dati alla mano, spiegano che la Regione contribuisce in minima parte l’inquinamento atmosferico, ma se tutti fanno la loro parte, le emissioni caleranno.
L’emergenza climatica
Carlo Carraro, Presidente Commissione Impatto Cambiamenti Climatici- Ministero infrastrutture. “L’Europa produce soltanto 8% dell’emissione complessivo e l’Italia meno di 1%, in Veneto ovviamente una percentuale minuscola dell’emissione gas complessive. Tuttavia proprio per la planetaria ciascuno deve fare la propria parte anche il Veneto. Per quello può riuscire a fare, per portare il suo contribuito”.
Energia sostenibile
Adottare fonti d’energia sostenibili serve a salvare il pianeta, ma anche benefici immediati nelle città inquinate che causano 70 mila morti l’anno solo in Italia e ci saranno benefici economici immediati.
Carlo Carraro continua: “Questa non porta soltanto benefici globali, ma incide anche sul nostro territorio. Affrontare il tema del cambiamento climatico significa anche affrontare il problema dell’inquinamento delle nostre città e questo significa risolvere simultaneamente l’uno e l’altro risparmiando, secondo i dati ufficiali dell’organizzazione mondiale della sanità, circa 60mila morti all’anno in Italia per infezioni polmonari legate all’inquinamento urbano. Avremo dei benefici economici e pagheremo meno l’energia e avremo un minor volitività nei prezzi dell’energia.”
Non esistono solo soluzioni ma bisogna agire su più fronti secondo gli ingeneri, anche nel Veneto.
Il Veneto
Marino Mazzon, FOIV, “Non esiste una soluzione per risolvere o per comunque gestire il problema climatico. Il Veneto ha anche lavorato una strategia di resilienza, però quello che serve fare non è solo avere definitivamente i documenti ma mettere in atto con grande determinazione e nei tempi giusti tutte le azioni che occorre di fatto fare. Per esempio, se c’è di sviluppare il solare bisogna risolvere urgentemente i problemi della permissistica. C’è il fatto che se diciamo c’è lo sindrome di ‘not my backyard’, vanno risolte velocemente queste cose, altrimenti non se ne esce.”