Eriberto Eulisse e l’informazione dei giovani: “Sono essenziali”

Eriberto Eulisse sulle tradizioni veneziane ormai dimenticate. È importante conservarle, e per farlo serve l'aiuto dei più giovani

Eriberto Eulisse, fondatore della Rete Mondiale dei musei dell’Acqua, chiarisce l’importanza della formazione dei giovani nelle scuole, preoccupato per la scomparsa delle tradizioni lagunari.

Per Eriberto Eulisse i giovani sono parte della soluzione

Paolo Dalla Vecchia: “In che modo coinvolgere i giovani come parte della soluzione, non del problema? Esiste un messaggio positivo e di speranza verso il futuro?”

Eriberto Eulisse: “Il documentario mirava a costruire degli itinerari digitali per un turismo responsabile per istruire i giovani. Immaginiamo se le nuove generazioni non conoscessero questo tessuto di Venezia, che è la matrice e l’identità dell’isola.

Questo patrimonio incredibile che ha consentito alla civiltà lagunare di emergere nasce proprio dalla nautica tradizionale. Mi stupisce come questa tradizione stia svanendo sotto i nostri occhi e come in questi anni si sia fatto così poco per valorizzarla e tutelarla. Noi abbiamo voluto, con questo progetto, fare un esempio concreto  di tradizione.

“Ci vorrebbero più scuole coinvolte”

Abbiamo coinvolto poche scuole, ma per noi del Centro civiltà dell’acqua dovrebbero essere molte di più, anzi dovrebbe diventare un curriculum obbligatorio per tutti capire quante imbarcazioni c’erano a Venezia, quanti squearoli esistono ancora. Chi ha le conoscenze per costruire quello che, oltre al vetro e ai merletti, costituisce l’ultimo patrimonio di artigianalità che esiste a Venezia?

Tutto questo sta sparendo drammaticamente sotto i nostri occhi, ecco perché nel documentario parliamo di Venezia come dimenticata e nascosta. Abbiamo creato questi itinerari per far conoscere ai turisti nel nostro piccolo questo patrimonio, ma andrebbe fatto molto di più anche da parte delle istituzioni.

Una chiamata ai giovani

Non si può ridurre Venezia a un qualcosa che, pur celebrando questo legame con l’acqua si è ridotta a una Disneyland del Mediterraneo. Questo è quello che abbiamo visto negli ultimi 40 anni. Chi ha memoria storica per vedere come si è trasformata radicalmente Venezia, con tutti i problemi sociali che ci sono, come la fuga dei residenti, sappiamo quanto è vulnerabile e fragile questo tessuto. Quindi è un coinvolgimento necessario quello dei giovani, per capire anche con loro cosa è necessario progettare”.

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