Giorni magici per l’opera lirica e per il teatro La Fenice che ne è la culla, dopo che l’UNESCO ha riconosciuto come patrimonio immateriale dell’umanità il canto lirico italiano. Poi, c’è il ventennale dell’apertura del nuovo teatro La Fenice, che ricorre domani 14 dicembre. Sarà ricordato ancora una volta con brani di Beethoven e Stravinskij del maestro Chung presente anche allora.
A proposito di questo, ha parlato Fortunato Ortombina, Sovrintendente e Direttore Artistico del Teatro: “Le poltrone saranno piene per celebrare questo evento. Come il maestro Chung, che dirige esattamente a vent’anni di distanza da quando quella volta venne con un’altra orchestra. Venne qui, in una sorta di festival della riapertura, dirigendo quella che era la sua orchestra di allora. Poi, da quella volta in avanti ha sviluppato una relazione con noi. Si può dire che sono vent’anni che lavora con noi”.
Teatro La Fenice fonte di turismo
Vent’anni di nuova popolarità per il teatro, al punto che La Fenice è diventato anche attrazione turistica internazionale. “La Fenice ricostruita ha trovato un grande afflato di pubblico e tanta curiosità. Sono iniziate, per esempio, queste iniziative con le visite guidate. Abbiamo 170mila persone all’anno che vengono a visitare il teatro e non a vedere uno spettacolo, che sono altrettanti, ma solo per vederlo”.
Teatro musicale sempre più interesse dei giovani
In questi anni il teatro si è trasformato in una fondazione di diritto privato. E ha dovuto farsi venire idee per il proprio sostentamento. Ha cambiato il modello produttivo, per fornire spettacoli e biglietti per tutti gli appassionati. Al punto che sono tornati tra i palchi i veneziani e i veneti, che non si vedevano da tempo. Poi, ora lo frequentano turisti da tutto il mondo e c’è un nuovo interesse tra i giovani.
“Sappiamo che la scuola dell’obbligo non insegna a godere del teatro d’opera, come una forma d’arte, quale la letteratura o la pittura. Noi abbiamo un mercato molto ampio, che è quello di tutte le scuole, che ci seguono nei programmi che facciamo per creare interesse e cultura del teatro musicale nei bambini dell’asilo, fino all’università. I giovani vediamo che questo ci seguono moltissimo. Quindi, ogni sera vediamo una platea sempre più composta da gente diversa”.
Il riconoscimento da parte dell’UNESCO
La passione mondiale per l’opera lirica non è sfuggita all’UNESCO, che ha riconosciuto all’Italia un primato che ha radici nella tradizione rinascimentale. “Questo è un riconoscimento, prima di tutto culturale, che stabilisce un primato del canto lirico italiano rispetto alla cultura di un Paese, il nostro, che ha dato i natali al teatro d’opera. Si è cominciato a comporre in tutti i paesi. Ma tutti i compositori hanno sempre fatto i conti con la tradizione del canto lirico italiano. Quindi, questa è una paternità che abbiamo rispetto a questa forma d’arte che ha compiuto 400 anni da poco. Una paternità e una maternità insieme. E questo è un riconoscimento della globalità, nei confronti di un primato di cui andiamo molto orgogliosi”.