Tradizione e divertimento si fondono a Mirano, in provincia di Venezia, dove, nel weekend di San Martino, a novembre, la cittadina si trasforma per accogliere uno degli appuntamenti più interessanti del Veneto, la Fiera de l’Oca, con il celebre Zogo de l’Oca in Piazza. CONSULTA IL PROGRAMMA
Una meraviglia che attrae grandi e piccini. A rendere speciale e senza tempo l’evento, quest’anno in programma il 9 e 10 novembre, è il contorno: per due giorni la città, tra Venezia, Padova e Treviso, fa un salto indietro di un secolo, vestendosi da Belle Epoque e caratterizzandosi per la bellezza degli usi e costumi di un tempo. Il centro storico di Mirano ritorna ai primi del Novecento e i segni della modernità spariscono sotto la veste della storia locale: i cartelli stradali diventano insegne d’epoca, le auto lasciano il posto a carri, i negozi ai banchi del mercato e ai baracconi di una vecchia sagra paesana.
Protagonista è l’oca, in ossequio al detto veneziano “Chi no magna l’oca a San Martin no fa el beco de un quatrin”: chi non mangia l’oca a San Martino non fa il becco di un quattrino. Perché in quei giorni il gioco, la ricostruzione storica, l’enogastronomia tipica affondano le radici nella tradizione, che vedeva in quel periodo dell’anno la carne del pennuto diventare così grassa e tenera da sciogliersi in bocca. E in un’epoca in cui i proprietari terrieri di Mirano erano in gran parte ebrei e non potevano mangiare maiale, l’oca divenne presto la regina, non solo del cortile, ma anche della tavola.
Zogo de l’oca
Oggi è un simpatico animale da celebrare anche nel gioco. Il compianto artista Carlo Preti ne disegnò una versione che spinse alcuni vulcanici miranesi a trasformarlo in manifestazione: le 63 caselle del “Zogo de l’oca de Miran”, edizione riveduta e corretta da Preti del celebre gioco da tavola, erano perfettamente sovrapponibili alla piazza ovale di Mirano. Così, da anni ormai, grandi tribune fanno da cornice a un’improbabile sfida tra il capoluogo e le frazioni, su caselle giganti di due metri per due, messe in fila formando una passerella da 130 metri. Giganti sono anche i dadi e le pedine, mentre a scandire la progressione verso l’arrivo sono divertentissime prove di abilità che a molti ricordano proprio i televisivi “Giochi senza frontiere” di qualche anno fa, che qualcuno oggi vorrebbe riportare in auge. A sfidarsi sono gli azzurri di Mirano, i rossi di Ballò, i gialli di Campocroce, gli arancioni di Scaltenigo, i blu di Vetrego e i verdi di Zianigo. Una sorta di palio tra contrade, dove misurare la sana rivalità tra i campanili del comune.
Diretta su Televenezia
Puoi seguire la diretta dell’evento su Televenezia (canale 71) su Love in Venice (visibile anche in Lombardia), in streaming nel nostro sito (clicca qui) a partire dalle ore 15.00
Fiera de l’oca
Tutto attorno a questa arena rocambolesca impazza l’antica Fiera de l’oca: a farla da padrona sono gli stendardi con lo stemma sabaudo, i banchi in legno del mercato, le bacheche con gli avvisi comunali, i manifesti con le prime réclame, lo strillone con il giornale, l’imbonitore con i suoi intrugli, l’artigiano che impaglia le sedie, i baracconi con il fucile a elastici, i barattoli da abbattere a pallate e tanti altri scenari dei bei tempi che furono.
Ma è anche l’occasione per apprezzare la tradizione culinaria e artigianale rimasta tale da un secolo a questa parte: acquistare prodotti, gustare il meglio dell’enogastronomia tipica, senza ovviamente dimenticare l’assaggio propiziatorio di risotto, ravioli o salsiccia d’oca o scoprire souvenir e oggetti a forma d’oca. All’Ocaria, il mercato dell’oca, partecipano anche i cugini francesi, la patria del bianco pennuto, che da anni non mancano all’appuntamento miranese con i loro prodotti tipici, in una sorta di gemellaggio d’Oltralpe che proietta gli effetti di questa magica tradizione anche nel futuro e nei più disparati campi: economico, turistico e culturale soprattutto.
Percorso culinario
Se venite a Mirano nei giorni della festa vi consigliamo un percorso particolare, quasi un pellegrinaggio, breve ma intenso, alla scoperta dell’Oca in “tutte le salse”.
Si inizia dall’Osteria dell’Oca, una ricostruzione in legno di una vecchia osteria, posta davanti alla fontana del leone, dove assaggiare subito un piattino di affettati misti d’oca (un delizioso prosciutto cotto e un superbo salame). Se desiderate qualcosa di più sostanzioso per il vostro stomaco, vi consigliamo un panino con salsiccia d’oca calda. Qui, dalle 12.00 alle 14.00 potrete degustare anche il famoso risotto con salsiccia d’oca di Germano, “il cuoco dell’oca”; inoltre, quando vorrete riscaldarvi ricordatevi che qui si trova anche un buon bicchiere di vin broulè bollente al profumo di cannella e chiodi di garofano.
Dall’Osteria dell’Oca si passa al “Bacareto de l’Oca”; anche questo è la ricostruzione di un locale tipico veneziano dove, con “un’ombra” di vino in mano, degustare “i cicheti”, cose semplici ma sfiziose. Noi vi consigliamo il musetto d’oca con polenta ai ferri che è una specialità tipica del territorio. Non sono da meno, però, il panino con la salsiccia calda e il piatto di ochette: ravioli freschi fatti a forma di ochetta e ripieni di oca (fatti per noi da un bravissimo pastaio di Mortara) saltati nel burro e salvia.
Tra un passaggio e l’altro non mancate di fermarvi all’Osteria del Fritto per gustare e abbandonarsi alla peccaminosa goduria di una mozzarella in carrozza calda e ripiena di prosciutto cotto d’oca.