Filippo Giorgi, Premio Nobel, parla ad un anno da Vaia

Gli studenti tendono a fidarsi degli scienziati e della stampa specializzata quando si parla di ambiente e poco nulla dei media e degli espert . E' emerso a Monastier durante un convengo a cui hanno partecipato gli studenti di sei istituti superiori durante il quale il climatologo Filippo Giorgi vincitore del premio nobel nel 2007 a ha lanciato l'ennesimo allarme

Il Nobel Filippo Giorgi è intervenuto l’altro ieri al convegno dal titolo “Pianeta Terra e Salute” promosso dal Centro Studi Psicosociali Antonio Calvani con il patrocinio dell’Università di Padova che si è tenuto al Park Hotel “Villa Fiorita” di Monastier.

Filippo Giorgi: Greta è una visionaria ?

“Greta è una ragazza che ha capito che c’è un grande problema che coinvolge soprattutto la sua generazione e quelle che verranno dopo di lei.

Ha capito che bisogna attivarsi molto di più di quanto si stia facendo adesso. Se non si facesse nulla per limitare le emissioni di gas serra, i modelli ci dicono che potremmo avere un riscaldamento globale fino a 4-5 gradi dalle temperature attuali. Per avere un’idea di ciò che significa prendiamo in considerazione 20.000 anni fa quando c’è stato il picco dell’ultima era glaciale.

Le temperature globali erano di 5-6 gradi più basse. Quindi noi in 100 anni potremmo dare al sistema climatico la stessa perturbazione, la stessa differenza tra un Era glaciale e un periodo interglaciale. Una cosa che la terra non ha mai visto prima.

Questo significherebbe un completo sconvolgimento del sistema climatico. Zone che adesso sono rigogliose potrebbero diventare desertiche.

Quest’anno i ghiacci della Groenlandia si sono sciolti ad un ritmo che non si era mai visto prima a causa delle temperature molto alte dell’artico.

Se si dovessero sciogliere gran parte dei ghiacci della Groenlandia avremmo metri di innalzamento del livello del mare. Questo significa tutte le zone costiere. Sarebbe un completo sconvolgimento.

Il pianeta si adatta e sopravvive. Al tempo dei dinosauri il pianeta era 10 gradi più caldo. Quello che non può sopravvivere è la società come oggi la conosciamo.”

“Fridays for future”

E’ un movimento molto positivo perché è propositivo. Non c’è antagonismo e dà a questi ragazzi un senso di speranza e di coinvolgimento, soprattutto qualcosa che io non ho visto per tanti anni. Greta è riuscita a portare fuori una necessità di cambiare le cose in meglio che i nostri ragazzi hanno e che finora non sono riusciti ad esprimere.

L’evento ha visto la partecipazione anche di medici, scienziati ambientali ma anche economisti e giovani studenti di 6 scuole superiori del Veneto che si sono confrontati, dopo un lavoro durato alcuni mesi nelle loro scuole, sulle conseguenze sanitarie della febbre planetaria.

Si è parlato di malattie tropicali e ondate di calore; eventi acuti e catastrofici, malattie croniche non trasmissibili, come patologie cardiovascolari e respiratorie, con conseguente riduzione della speranza di vita e mortalità prematura per ictus o cardiopatia coronarica ma anche perdita di biodiversità, carestie e migrazioni. L’effetto indiretto del riscaldamento globale.

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