Come si intende procedere perché i concetti di democrazia e di rappresentanza non restino solo delle intenzioni? Enrico Piron, Segretario Provinciale CGIL, spiega come ottenere la certezza di contrattazione
Bisogna ridefinire in modo più elastico i ruoli della democrazia e della rappresentanza, due concetti cardine dell’accordo del 28 febbraio. Enrico Piron parla di contrattazione come una delle massime dimostrazioni di cosa significhi democrazia nel nostro paese. Perché?
Il processo di contrattazione prevede la costruzione di una piattaforma che va validata assieme ai lavoratori. Ci si deve confrontare attraverso un percorso contrattuale. Ma perchè quest’ipotesi d’accordo diventi contratto, è necessaria la validazione dei lavoratori.
In questi anni assistiamo a un proliferarsi di associazioni datoriali e sindacali autoreferenziali, che hanno sviluppato quelli che noi chiamiamo contratti gialli, che non salvaguardano ne la retribuzione dei lavoratori, e neppure la competitività delle aziende, provocando il cosiddetto dumping contrattuale. Da qui nasce la necessità di misurare le associazioni di categoria che sviluppano contrattazione. In questo quarto accordo siglato a livello nazionale il sindacato deve misurarsi, e anche le aziende dovranno farlo attraverso lo stesso processo di certificazione.
Per lo stesso motivo non si apriranno mai più nel nostro paese stagioni in cui vi saranno contrattazioni separate, ovvero in cui sindacati di comodo sviluppano contrattazione che abbassa le tutele, i diritti e il salario dei lavoratori, generando una competizione sbagliata. Il mondo dell’impresa e i lavoratori dovranno dotarsi subito di un modello di misurazione di certificazione, magari utilizzando gli enti pubblici che di fatto censiscono le attività, e da quel momento in poi potranno stare sedute al tavolo della rappresentanza unicamente le organizzazioni sindacali e datoriali più rappresentative.