Il sindaco di Jesolo ha paura e chiede aiuto al prefetto di Venezia. Ad inquietarlo sono i segnali di una tendenza in eccesso, soprattutto in piazza Mazzini, durante la movida degli ultimi fine settimana. Droga, abuso di alcool e i mesi di quarantena la scorsa estate hanno provocato continue violazioni al decoro, soprattutto risse e la tragedia è stata evitata di poco.
I ragazzi dopo mesi di quarantena e DAD
I ragazzi quest’anno sono più provati provenendo da un periodo più lungo di restrizioni e di scuola a distanza: sono una bomba ad orologeria. Dietro al sindaco c’è la preoccupazione delle categorie della città balneare. Ristoratori, albergatori, commercianti, temono che la ripartenza possa essere oscurata da episodi che arrecherebbero gravi danni all’immagine, proprio nei giorni in cui stanno arrivano a scheggia le prenotazioni.
Le soluzioni delle autorità competenti
Valerio Zoggia ha incontrato ieri associazioni di categoria, consiglieri comunali e i referenti del comitato civico e l’opinione è unanime. Ci vuole un presidio fisso in piazza Mazzini, il cuore della movida jesolana e della costa veneta, per sedare violenze e tensioni già iniziate nei giorni scorsi. La città ha potenziato il sistema di videosorveglianza e l’illuminazione delle spiagge dopo gli scontri violenti dell’estate 2020 ed è in preparazione un’ordinanza per contrastare l’uso di alcool.
La proposta della città
Ma non basta: il primo cittadino di Jesolo ha chiesto al prefetto la convocazione del comitato di sicurezza. Oltre ai rinforzi, l’altra proposta è la predisposizione della chiusura dei locali che non rispettano le regole, ma queste sono le idee della città. Il sindaco vuole sapere quali misure intendono prendere prefetto e questore.