La Madonna di Santa Maria della Salute veglia da oltre 300 anni

Maestosa e solenne, la Madonna di Santa Maria della Salute, vestita dell'armatura dei Capitani da Mar, con un braccio stringe a sé il proprio figlio, con l'altro brandisce lo scettro del potere

Maestosa e solenne, la Madonna di Santa Maria della Salute ,vestita dell’armatura dei Capitani da Mar, con un braccio stringe a sé il proprio figlio, con l’altro brandisce lo scettro del potere, in passato attribuito ai comandanti delle flotte veneziane. È la figura che da più di trecento anni veglia su Bacino San Marco e protegge, con il suo sguardo amorevole, la laguna e la città.

L’epidemia e la protezione della Madonna

La Madonna della basilica di Santa Maria della Salute ha un posto speciale nel cuore dei veneziani, perché nel 1630 li salvò da una delle peggiori epidemie di peste, che mise in ginocchio tutto il territorio della Serenissima. Per commemorare la grazia ricevuta, il 21 novembre di ogni anno, nel giorno della Presentazione della Beata Vergine Maria, i fedeli della laguna si recano in pellegrinaggio al suo tempio, per pregare e chiedere protezione per sé e i propri cari.

Sono 150 i gradini che, attraversando lo scheletro della basilica, conducono fino al terrazzo della cupola maggiore, accessibile da quest’anno grazie al completamento dei lavori di manutenzione e messa in sicurezza dei camminamenti.

A raccontare la storia e gli aneddoti di questo capolavoro dell’architettura seicentesca è Don Marco Zane, Direttore dell’Ufficio Comunicazioni Sociali del Patriarcato di Venezia e Vicerettore del Seminario Patriarcale di Venezia.

Era l’1 aprile del 1631 quando, nell’area dietro Punta della Dogana, venne posata la prima pietra della basilica di Santa Maria della Salute, voluta dalla Serenissima come ex voto alla Madonna per aver preservato Venezia dalla terribile peste del Seicento, che in tutto il territorio della Repubblica aveva tolto la vita a più di 700 mila persone.

Cinquant’anni più tardi, il 9 novembre 1687, la chiesa venne solennemente consacrata dal Patriarca Alvise Sagredo. Progettato dal celebre architetto Baldassarre Longhena, che per la sua pianta si ispirò alla Corona del Santo Rosario, l’edificio presenta un corpo principale di forma ottagonale.

Le parole di Don Marco

“La preoccupazione del Longhena”, riferisce Don Marco, “era di avere sì un edificio slanciato, con dei volumi che invitassero ad immaginare una sorta di leggerezza, ma anche che fosse staticamente robusto e capace di autosostenersi adeguatamente”. E a più di trecento anni di distanza, la sua sobrietà, la sua modernità e la sua eleganza sono ancora capaci di lasciare senza fiato visitatori e fedeli che si recano a portare una candela o un cero alla Madonna della Salute.

È sul corpo centrale del tempio che poggia la monumentale cupola semisferica, che si innalza su Bacino San Marco, ancora oggi la più grande che si può trovare a Venezia. Con i suoi quasi 40 metri di altezza, guarda impavida i suoi vicini, il campanile di San Giorgio Maggiore e il famoso “Paron de casa”, non avendo nulla da invidiargli.

“La cupola ha una caratteristica particolare dal punto di vista ingegneristico”, svela Don Marco, “è principalmente realizzata in laterizio e pietra, però la sua sfera, che ne compone la parte fondamentale, è interamente realizzata in legno e solo il suo rivestimento esterno è in piombo”.

Maria come Capitana da Mar

Al di sopra di questa è posta una lanterna, con alla base una balaustra a colonnine dalla quale si elevano otto obelischi, che simboleggiano le punte di una corona. Chiude la struttura un’altra piccola cupola sulla cui sommità vi è una statua dal significato singolare.

“Sopra il cupolino della lanterna, troviamo rappresentata la Beata Vergine Maria che con un braccio tiene suo figlio, nostro Signore Gesù Cristo, e con l’altro uno scettro”, riferisce il Vicerettore del Seminario. “Non è un segno di potere, Maria non è semplicemente raffigurata come la nostra Regina, ma porta con sé le insegne del comando: infatti sotto al suo manto porta l’armatura, è vestita da Capitana da Mar”.

Carica assimilabile all’odierno ammiraglio, termine arabo che entra poi nella tradizione delle marinerie di altri paesi, il Capitano da Mar aveva un suo copricapo, una specie di cilindro, e uno scettro che donato dal Senato come simbolo dell’imperium, del potere.

“Quindi è come se Maria, con la sua potente intercessione, continuasse a pregare per noi, difendendo Venezia, e allo stesso tempo è come se la statua volesse in qualche modo allegorizzare la città che risorge, innalzandosi nuovamente dopo il nefasto evento della pestilenza seicentesca”, aggiunge Don Marco.

Salire sulla cupola

A sorreggere questo capolavoro di architettura, mettendolo ulteriormente in risalto, sono i contrafforti che abbracciano la struttura. Hanno la forma di volute a spirale, con al centro una rosa stilizzata, elemento ricorrente nell’intera Basilica e che allude alla preghiera che tradizionalmente i cristiani offrono alla Madonna. “È come se l’intero edificio fosse una sorta di grande rosario, di grande rosa che la città di Venezia ha voluto offrire alla Beata Vergine Maria”, conclude il prete.

Se si vuole ammirare un panorama spettacolare e poco conosciuto di Venezia, si può salire sulla cupola della Madonna della Salute in gruppi di massimo 5 persone, previo contributo volto al sostenimento dei restauri dell’edificio.

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