M9: architettura da disegnare, amare, costruire

All'M9 museo del 900 di Mestre una mostra monografica, la prima in Italia, celebra gli architetti progettisti dell'M9, Matthias Sauerbruch e Louisa Hutton in occasione del trentennale della fondazione del loro prestigioso studio berlinese.

Un’esposizione di 60 modellini e 100 disegni all’M9, museo simbolo della poetica dei due architetti che hanno dato un nuovo volto al cuore di Mestre. Si tratta del tedesco Matthias Sauerbruch e sua moglie, l’inglese Louisa Hutton, autori insieme al loro studio berlinese del progetto M9. Ovvero, uno dei più iconici esempi di rigenerazione urbana degli ultimi decenni.

Le parole del Presidente Fondazione di Venezia Bugliesi

Così ha parlato Michele Bugliesi, presidente della Fondazione di Venezia, riguarda agli eventi in programma nello spazio mestrino: “È stato questo un periodo innegabilmente difficile. Ora siamo però pronti a ripartire con 2 grandi eventi. Uno è rappresentato dalla mostra di Sauerbruch e Hutton, gli architetti che hanno concepito e realizzato questo luogo. L’altro consiste nella mostra sulle sfide di Venezia che ripercorre il corso della sua storia architettonica nel ‘900.

Sono due modi possibili di pensare Venezia nella sua dimensione metropolitana, e due modi possibili per M9 di pensare a presente e futuro, in cui vuole giocare un ruolo da protagonista.

L’auspicio è che si ponga come luogo di pensiero e riflessione, in un continuum che dalla storia materiale del ‘900 si protrae fino ai nostri giorni, nelle sue due anime lagunare e industriale e nella cui sintesi potrà continuare a crescere.”

“Draw, love, build”: ecco l’architettura di Sauerbruch e Hutton. Più che una classica mostra architettonica, è un percorso che attraversa tutta la carriera dei due, collegando edifici e progetti disseminati in tutta Europa.

I due architetti sulla loro mostra all’M9

Louisa Hutton, intervistata ai nostri microfoni, si è espressa così sulla propria mostra: “Abbiamo moltissime idee, lavoriamo concettualmente. Ma alla fine sia io sia Matthias abbiamo un impulso insieme mistico e fisico, per cui è fondamentale poter dare il nostro contributo al contesto in cui operiamo. Questo complesso è riuscito a riqualificare l’intero distretto, incluso il convento qui a Mestre.”

A lei ha seguito il marito: “Ma vogliamo fare anche qualcosa che sia amato. Poi c’è un aspetto che riguarda il futuro: la progettazione deve piacere alle generazioni future, quelle dei nostri figli e dei nostri nipoti. E, infine, abbiamo anche l’aspetto della sostenibilità che proprio in questo occhio verso il domani deve consistere.”

Un’opportunità unica a Mestre

La mostra offre l’opportunità piuttosto rara di presentare un’architettura reale, non fatta solo di progetti sulla carta. E insieme ribadisce la sua importanza nella vita delle comunità. L’M9, ad esempio, ha reso accessibile una parte della città fino ad allora irraggiungibile; ha riutilizzato strutture preesistenti, e si serve di energia da fonti solari e geotermiche. È un’architettura che contribuisce alla sfera pubblica, rendendo vivibile il centro cittadino, fornendo nuove attrattive, nuove relazioni, nuove occasioni di incontro.

La mostra, al terzo piano di M9, rimarrà aperta fino a gennaio 2022.

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