Mestre, a Bonomi la rotonda degli universitari

Una rotonda a Mestre è stata intitolata a Paolo Bonomi, fondatore di Coldiretti, per celebrare il suo impegno nella difesa dei diritti degli agricoltori italiani

Mestre dedica la prima rotonda italiana a Paolo Bonomi, fondatore di Coldiretti.

Un omaggio a Paolo Bonomi

Ieri mattina a Mestre, all’intersezione tra via Torino e l’ingresso della ciclopedonale di Forte Marghera, si è svolta la cerimonia di intitolazione della prima rotonda in Italia a Paolo Bonomi, fondatore di Coldiretti. L’evento ha celebrato l’80° anniversario dell’associazione, ricordando l’importante contributo di Bonomi nella tutela dei diritti degli agricoltori italiani.

La cerimonia ha visto la partecipazione del sindaco di Venezia, Luigi Brugnaro, affiancato dal vicesindaco Andrea Tomaello, dall’assessore alla Toponomastica Paola Mar e dai vertici della Coldiretti, come il presidente regionale Veneto Carlo Salvan e il presidente nazionale Ettore Prandini.

Paola Mar ha ricordato come grazie alla visione di Bonomi, i contadini veneti siano diventati veri imprenditori agricoli, contribuendo a fare delle campagne del Veneto un patrimonio di eccellenza agroalimentare.

Innovazione, dignità e sostenibilità

Il sindaco Brugnaro ha evidenziato l’impegno dell’amministrazione nel riqualificare l’area, con infrastrutture ciclabili e impianti di sicurezza idraulica, unendo l’eredità di innovazione di Bonomi alla necessità odierna di una transizione ecologica graduale.

Il vicesindaco Tomaello ha sottolineato l’importanza di avvicinare le nuove generazioni all’agricoltura, promuovendo il rispetto per l’ambiente e il territorio. La figlia di Bonomi, Mirjam, ha condiviso il ricordo del padre come un uomo devoto alla causa della dignità per i contadini. Anche Carlo Salvan ha ribadito il ruolo di Bonomi nel trasformare miseria e povertà post-belliche in diritti e dignità, facendo della Coldiretti un pilastro per lo sviluppo agricolo nazionale.

La cerimonia si è conclusa con la benedizione di Don Sandro Manfrè e la scopertura del cartello commemorativo, suggellando l’eredità del fondatore in un luogo simbolico per l’agricoltura e la comunità.

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