Non si dovrà più chiamare Parco di Villa Querini ma Parco Andrea Zanzotto.
Cambiato il nome di Parco Villa Querini
Quando si cambia la toponomastica è difficile perdere le abitudini e adottare le nuove titolazioni. Ma la speranza è che il nome del grande poeta di origini venete venga pronunciato spesso d’ora innanzi. Il poeta, morto nel 2011 a 90 anni, ha lasciato un segno indelebile nella cultura della seconda metà del Novecento, soprattutto nel Veneto.
Luigi Brugnaro, Sindaco di Venezia: “Io penso che Zanzotto sia uno dei più grandi poeti della seconda metà del Novecento. Era qui nel Veneto e pensiamo che sia importante omaggiare le persone a casa nostra. Poi c’è un questione personale: io ho avuto modo di conoscere Andrea Zanzotto quand’ero piccolo a casa mia.
Amico di mio padre, una persona che ha portato l’idea della lingua veneta come valorizzazione. Poi ha fatto un’evoluzione molto importante sull’ecologia fin dagli anni 70. Ha portato un idea del verde che non è estremista, è quella che abbiamo tutti, di rispetto dell’ambiente”.
Intitolazione al poeta
Alla cerimonia di intitolazione, c’era anche il figlio Giovanni, che ha definito i poeti dei grandi esploratori di mondo.
Giovanni Zanzotto, figlio di Andrea: “Siamo tutti lieti di questa iniziativa del sindaco e del Comune di Venezia. In generale per me l’intitolazione e la toponomastica è rivolta ai poeti e particolarmente significativa. I poeti sono creatori di mondi, esploratori di universi e allargano orizzonti. Spero che dia ancora un messaggio alla città”.
Zanzotto ha dedicato molta della sua arte al paesaggio, e il parco, che vanta alberi secolari, ha detto l’Assessore alla Toponomastica Paola Mar, offre il luogo dove ognuno di noi può fermarsi ed entrare in contatto con la natura. È quel posto dove ci si augura di trovare il tempo per la riflessione, quello stesso tempo che fa parte della poetica di Zanzotto.
“Finisce il freddo del prato, finisce il freddo del cielo e della cieca luce. Finisce il freddo del tuo volto, e del tuo cuore simile a una croce. Finisce il sole con spine”. di Andrea Zanzotto.
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