Museo M9 adotta la scatola nera del visitatore

Il Museo M9 di Mestre adotterà un sistema, chiamato "Simpa", per capire gli interessi dei visitatori nel rispetto della privacy

Capire cosa attira in un museo M9 il visitatore è la sfida che ogni manager culturale vive ogni giorno quando è alle prese con un nuovo allestimento di un museo o di una galleria.

Museo M9

La macchina che legge il pensiero l’M9 ce l’ha e comincerà a sperimentarla a partire da settembre quando saranno aperte tre mostre oltre agli stand digitali fissi dedicati al novecento.

Si chiama Simpa, soltanto il museo Federco II di Jesi, per ora, l’ha adottato.

Il sistema consiste in un tag, una scatolina nera, offerta a tutti i visitatori e che memorizza percorsi e preferenze dell’utente viva via che visita gli stand.

Dati digitali ma privacy

I dati non saranno associati all’identità di chi li trasmette ma serviranno semplicemente a capire quali argomenti catturano maggiormente l’attenzione del pubblico e fornire nuove tracce per futuri spazi espositivi.

Si tratta di un aggiornamento tecnologico all’avanguardia non poteva che debuttare nel museo più digitale del paese con il sistema di analytics che oltre che classificare i diversi segmenti di pubblico del museo, nel pieno rispetto dei criteri di tutela della privacy, consente anche il monitoraggio del distanziamento sociale e la prevenzione di eventuali situazioni di assembramento, particolarmente funzionali in questa fase di pandemia.

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