Nasce dagli agricoltori di Rovigo l’idea di sperimentare la cultura della nocciola nel Veneto. In una regione dove, finora, non se ne era mai parlato. Ma dove, secondo i soci di Confagricoltura, è il caso di farlo vista anche la domanda crescente di frutta secca tra i consumatori. Veneto Agricoltura ha deciso di accettare la sfida e di coinvolgere il mondo universitario. Così è nato il noccioleto di Sasse Rami a Ceregnano nel Rodigino.
Il noccioleto di Sasse Rami
Alberto Negro, Direttore Veneto Agricoltura ha così commentato. “Quest’idea è nata grazie ad un’impulso che è stato dato dalla Confagricoltura di Rovigro. Vedendo l’interesse dei suoi soci, sollecitati anche dalle grandi aziende nazionali che consumano tantissimo frutto di nocciolo, si sono interessati a fare nuovi impianti. La constatazione era: ‘Nessuno qui l’ha mai vista questa coltivazione’. Quindi non conosciamo quali ‘cultivar’ scegliere, quale tecnica adottare. L’impulso è stato quello di fare un campo prova dove testiamo le più grandi varietà, sia vecchie che nuove, un po’ come facciamo nei frutteti ‘Sasse Rami’. Soprattutto la tecnica culturale, vedere i diversi materiali. L’idea è nata proprio così, con un forte impulso dal mondo agricolo. Noi abbiamo risposto attivando una collaborazione importante con il mondo universitario”.
La sperimentazione dura da due anni ma è ancora troppo presto per capire quali sono le varietà più produttive.
L’intervento di Daniele Farinello
Daniela Farinelli, docente della facoltà di Scienze Agrarie e Alimentali dell’Università di Perugia ha così espresso il suo parere. “Questo territorio ha delle zone di espansione ed è interessato alla diversità colturale. Abbiamo pensato di fare una sperimentazione che sia di utilità per il mondo agricolo. Valutando le varietà di nocciolo più coltivato, a livello italiano e andando a vedere quali potevano essere quelle varietà che possono essere coltivate con successo. Sia produttivo ma anche qualitativo. È ancora un po’ presto per saperlo perché abbiamo avuto due annate un po’ complesse”.
Si tratta di una piantagione che si estende su quasi un ettaro e mezzo, e che sfrutta, sorprendentemente, il vento di bora.
L’intervento di Simone Serra
Anche Simone Serra di Veneto Agricoltura, è intervenuto per dare il suo contributo sulla faccenda. “Questo impianto si estende su una superficie di circa 1,3 ettari ed è lungo 330 metri per una larghezza di circa 32 metri. Si tratta di 7 file, dove la prima è la fila degli impollinatori che è stata messa qua perché la direzione dei venti prevalenti proviene da questa direzione. Il vento prevalente è il vento di bora, che soffiando sulla fila degli impollinatori, porti il polline verso tutte le altre piante”.
L’interesse della Loacker sul noccioleto di Sasse Rami
Una piantagione che ha suscitato l’interesse anche della Loacker.
Felix Niedermayer, direttore tecnico della Loacker ha dimostrato il suo interesse verso queste piantagioni. “Ci interessa vedere come si sviluppano le diverse varietà. Noi internamente abbiamo già definito le varietà che vanno già bene per i nostri prodotti, ma vogliamo vedere anche in campo chi risponde meglio”.