Oggi è il giorno in cui “dobbiamo” essere gentili con gli altri

Come diceva Henry James: «Tre cose sono importanti nella vita umana: la prima è essere gentili, la seconda è essere gentili e la terza è essere gentili».

Tutte le persone gentili festeggiano ogni anno, il 13 novembre, la Giornata mondiale della Gentilezza, nata dalla “Dichiarazione della Gentilezza” del 13 novembre 1997, una ricorrenza osservata dal 1998 da Canada, Giappone, Australia, Nigeria ed Emirati Arabi, dal 2009 da Italia, India e Singapore e dal 2010 dalla Gran Bretagna.

Una giornata, magari uggiosa come quella odierna, che certo non cambia gli stili di vita, ma può essere l’occasione per riflettere sull’importanza della gentilezza e sul circolo virtuoso che innesca: compiere un atto gentile ci rende più felici e chi è felice tende poi, a sua volta, a essere gentile con gli altri. Dire «grazie», «prego», «scusa», «per favore» va, infatti, al di là della semplice buona educazione per diventare un atteggiamento e un modo di essere. 

La Giornata si festeggia in modi diversi nel mondo: alcuni organizzano flash mob, altri partecipano ad eventi caritatevoli, in ogni luogo, però, ad essere al centro dell’attenzione sono sempre i piccoli gesti, come aprire la porta a uno sconosciuto, aiutare un vicino o anche solo lasciare al partner il controllo del telecomando per una sera.

In Italia risale ad almeno un centinaio di anni fa la tradizione, tutta napoletana, de ‘o cafè suspiso: ci si prende un caffè al bancone e poi alla cassa se ne pagano due, così chi non può permetterselo può entrare al bar e chiedere se ci sia un “caffè in sospeso”, disponibile e gratuito. Le due persone coinvolte non si incontrano mai, ma in qualche modo gustano un caffè assieme. E da qualche anno, con l’inizio della crisi, questa gentile e bella tradizione sembra essersi diffusa in tutta Italia, approdando addirittura nei bar di altri paesi europei.

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