Il mito di Orfeo ed Euridice ha sempre attirato artisti di tutti i tempi, tra questi Christoph Willibald Gluck che ne ha fatto un capolavoro talmente perfetto da essere una tra le poche opere settecentesche, forse l’unica non mozartiana a rimanere ininterrottamente in repertorio nei principali teatri lirici del mondo.
Alla Fenice mancava da 28 anni e dunque questo nuovo allestimento è molto importante anche per la caratura dei suoi protagonisti.
Presentazione dell’opera
Regia, scene e costumi sono, infatti, di Pierluigi Pizzi, mentre Ottavio Dantone dirige l’opera al cembalo.
“Tre soli i personaggi, ma è tutto quello che serve allo svolgimento dell’azione” sottolinea il regista.
Il mezzo soprano Cecilia Molinari interpreta il ruolo di Orfeo, il soprano Mary Bevan, quello di Euridice, mentre Amore è cantato dal soprano Silvia Frigato.
Storia e novità nel finale
Musica di Christoph Willibald Gluck su libretto di Ranieri de’ Calzabigi fu rappresentata per la prima volta a Vienna nel 1762 ed è considerata il punto chiave della cosiddetta riforma del melodramma verso un ideale più essenziale e meno artificioso, attento alla verità dei sentimenti più che ai virtuosismi.
Nell’Orfeo ed Euridice di Gluck, diversamente dal mito, c’è la novità del lieto fine.
Orfeo, sceso nell’Ade per riportare in vita Euridice non rispetta il patto e si rivolta a guardarla facendola cosi morire un’altra volta, ma a questo punto c’è l’inatteso colpo di scena , appare Amore e premia la fedeltà di Orfeo, ridonando una seconda volta la vita ad Euridice.
E’ in scena al Teatro La Fenice di Venezia con 5 recite, dal 28 aprile al 6 maggio.