Altro che test con cadenza mensile. Le paratoie del Mose rischiano di rimanere sott’acqua nonostante l’impegno del supercommissario e del prefetto per sperimentare la diga mobile in vista del maltempo di novembre.
Il mose
Sulla barriera su cui sono puntati gli occhi di tutto il mondo incombe la minaccia delle imprese del Consorzio Venezia Nuova, senza liquidità e sull’orlo della bancarotta. “Pagate o blocchiamo i lavori del Mose. E’ questo l’ultimatum che le imprese hanno affidato ad una lettera approvata dal comitato consultivo del Consorzio Venezia Nuova. La lettera è stata inviata agli amministratori, al provveditorato e ai ministeri.
I posti di lavoro
Sono in ballo un migliaio di posti di lavoro e, tanto per dare qualche numero, sottolineano le aziende ed elencano i lavori già realizzati, in virtù di protocolli sottoscritti e non ancora pagati e le somme necessarie alla conclusione dei lavori. In più ogni alzata delle paratoie ha un costo di svariati migliaia di euro.
Nella lettera compare anche la parola urgente, come dire che le aziende sono stremate e non intendono più anticipare le spese. Per questo la lettera chiude con un frase perentoria. «In mancanza di ciò, con la fine del prossimo mese di febbraio, verranno sospese tutte le attività operative in essere, garantendo esclusivamente le condizioni di minimo presidio», avvertono le imprese.