Percosse e lesioni personali: quali sono le conseguenze?

Nei rapporti interpersonali, non c'è spazio per la violenza, ma se accade, bisogna intervenire

“Pillole di Legge” è una trasmissione a cura dell’avvocato Stefano Marrone che va in onda dal lunedì al venerdì alle 19.15, per spiegare ai telespettatori alcuni istituti giuridici e come esercitare i propri diritti. La puntata odierna è dedicata alle percosse e lesioni personali.

Sono due reati rispettivamente previsti dall’articolo 582, le lesioni personali e 581 del codice penale.

Percosse

Premesso che ciascuno di noi, quando si rapporta con le altre persone non deve certo far uso della violenza, la legge penale punisce chi trasgredisce questa regola. Quindi, laddove infierisca verso un’altra persona, manomettendole e cagionandole una percossa, può essere punito a querela della persona offesa, con la reclusione fino a mesi 6.

Lesioni personali

Laddove invece, non sia solo una sensazione dolorifica come quella della percossa, ma diventi una vera e propria malattia, una alterazione funzionale dell’organismo, così dice la Suprema Corte di Cassazione, in quell’ipotesi si scade nel reato più grave di lesione personale, prevista dall’articolo 582 del codice penale.

Essa punisce questi comportamenti con la reclusione da 6 mesi fino a 3 anni.

Con la recente introduzione della riforma Cartabia, la procedibilità del reato è stata estesa nella querela fino a 40 giorni.

Ciò vuol dire che sopra i 40 giorni o nelle ipotesi in cui nutrano delle aggravanti previste dalla legge, ad esempio lo sfregio del viso o l’indebolimento permanente di un organo, si procede d’ufficio perchè la lesione viene considerata grave.

Ma per le lesioni lievi che sono diventate, con la riforma Cartabia, fino al trentanovesimo giorno. la procedibilità è a querela.

È chiaro che il vivere civile nell’ambito dei rapporti interpersonali non può essere interpretato come atto di violenza e che bisogna ben astenersi dalla violazione dell’articolo 581 e 582 del codice penale.

Essi possono esporre non solo ad un processo in cui il giudice potrebbe condannare ad un imputato alla reclusione, ma anche ad un’azione civilistica di risarcimento del danno che quell’azione illecita ha provocato.

Quindi meglio discutere pacatamente e le mani vanno tenute in tasca.

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