Pistole, furti, scassi: la triste realtà delle Baby Gang

Baby Gang: non c’è giorno che non si senta parlare di ragazzini che compiono azioni che fanno rabbrividire. È colpa del cattivo esempio degli adulti?

Il problema più grande delle baby gang è che i ragazzini coinvolti sono sicuri della loro sostanziale impunibilità. La dimostrazione lo è un ragazzino di 8 anni che, dopo aver ucciso con un colpo di pistola una persona all’interno del suo contesto etnico-sociale, ha detto “tanto non possono farmi niente, devono chiamare i miei genitori”.

Di recente, 3 ragazzini hanno massacrato una guardia giurata per rubargli la pistola e scherzare. Il fatto è successo a Napoli, ma queste ingiustizie succedono quasi dappertutto. Dei rom hanno provato a incidentare un’autovettura dei Carabinieri e poi sono scappati. Fatto non trascurabile, i loro campi sono economicamente sostenuti dai cittadini italiani.

Le baby gang sollevano il problema della sicurezza, su cui ci si deve assolutamente soffermare. Questo non vuol dire solo più forze di Polizia, ma anche una migliore filiera, dai magistrati agli addetti al controllo dei detenuti negli ospedali. Migliori penitenziari dove far scontare le pene più gravi e non dare la possibilità ad assassini condannati di tenere conferenze o fare cassa di risonanza ad altri sconfitti.

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