Premio “Gino Pastega”, Matteo Lupo: la difficile condizione umana

Per la rubrica "La poesia secondo me", Giovanna Pastega si collega con Matteo Lupo. Il saggio del giovane vincitore ruota su Mimnermo

Per la rubrica “La poesia secondo me”, Giovanna Pastega intervista Matteo Lupo, dal Liceo Classico Gian Giorgio Trissino di Valdagno (Vi), vincitore della sezione “Un poeta secondo me” del premio nazionale di critica poetica Gino Pastega.

Premio “Gino Pastega”: Potresti illustrarci il saggio che hai scritto?

Matteo Lupo: “Il mio saggio è incentrato su Mimnermo. È un poeta elegiaco vissuto all’incirca nella seconda metà del settimo secolo a.C.. Come tutti i greci suoi contemporanei, è impregnato del sapere omerico, della profonda conoscenza dell’Iliade e dell’Odissea.

Proprio a queste si ispira per le proprie elegie. Tratta della tragica condizione esistenziale dell’uomo, focalizzandosi in particolare sulla vecchiaia. È intesa come quella fase della vita umana in cui ci si ritrova ai margini della società, in cui il corpo è fragile e dove, in cui si viene privati della gioie, proprie della giovinezza.

Ci sono anche poeti contemporanei che ti piacciono? Magari rapper?

“No, preferisco i classici. Non sono un grande appassionato di poesia contemporanea”.

Cosa farai all’università?

“Vorrei iscrivermi a medicina. Ma non so cosa mi riserverà il futuro, per ora mi concentro su questo”.

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