Nuova puntata di “Sanità Eccellente per Tutti” condotta da Luigi Gandi dal titolo “Rispose sanitarie costose e lente ai cittadini ammalati”. In studio abbiamo: Roberto Barbiero, Pietro Gasparoni, Carlo Trevisan e Gianni Frasson.
Pietro Gasparoni, medico : “Salvo l’esempio della Lombardia che è eclatante, ma anche da noi in Veneto abbiamo già un sistema di convenzioni con il privato. Prima si parlava di San Camillo o Villa Salus. Sono degli ospedali convenzionati che entro un certo budget, di numeri di interventi o denaro, possono intervenire per cui la prestazione chirurgica o ricovero medico viene rimborsato da parte dello stato. C’è un altro tipo di struttura privata che ha preso la prevalenza ed è quella dei poliambulatori e delle sale chirurgiche che fanno solo medicina privata, cioè a pagamento per i benestanti, ma che sono agevolate comunque dalle istituzione pubbliche”.
La meritocrazia
Pietro Gasparoni: “La collaborazione con il privato è necessaria magari per una maggiore organizzazione e maggiore efficienza rispetto al pubblico perchè noi italiani, quando lavoriamo nel pubblico, non ci comportiamo come ci comporteremmo se lavorassimo nel privato. Qui si dovrebbe affrontare un lungo discorso sul recupero dell’etica del ruolo, della meritocrazia all’interno dell’istituzione pubblica.
La meritocrazia che c’era nei primi decenni nella scelta di professionista a dirigere qualche reparto si è ben dimenticata e la politica ha preferito scegliere il direttore consono alla linea politica piuttosto che il primario bravo. Posso portare esempi catastrofici di questo. Un tempo, il politico cercava il miglior medico possibile perchè doveva dare risposte alla sua cittadinanza. Per essere rieletto doveva dimostrare alla sua cittadinanza la capacità di far funzionare bene quell’ospedale anche attraverso persone e ne acquisiva merito dal punto di vista politico.
La cosa è cambiata completamente: la politica si è suddivisa i posti di prestigio, per cui la politica sceglie un direttore consono alla linea politica. Quel direttore sarà lascivo nei confronti di quella politica e non rivestirà più il suo ruolo che è al di fuori del sistema politico. Questo è successo: non meritocrazia ma solo condivisione con le linee politica di volta in volta mutevoli.
Questo è nato se volete negli anni Ottanta quando un partito piccolo, il PSI, in pochi numeri volle molto potere. Poi si è ripetuto con la Lega e quanti altri. Il cambiamento delle posizioni direzionali a seconda dell’appartenenza del partito in quell’epoca”.
La pedemontana veneta
Pietro Gasparoni: “Zaia ha una grande capacità di promuovere e fare propaganda. Può essere anche stato capace per un certo periodo di dare speranza ai veneti di un cambiamento. Ma mi permetto di pensare che oggi non è più così e il dissenso nei riguardi di Zaia c’è, non solo per la pedemontana”.
Luigi Gandi: “Ho visto aumentare tanto il traffico sulla pedemontana. L’altro giorno l’ho presa per andare a Padova e devo dire che è un provvedimento incredibile. Sta aumentando giorno dopo giorno l’utenza che prende la pedemontana, perché conviene. Se uno parte da Vittorio Veneto o da Pordenone, dalla parte nord della provincia di Treviso, per andare a Padova o Vicenza conviene ancora prendere la pedemontana perchè arrivi più veloce, ma molto più veloce.
E sai quanta gente sta prendendo la pedemontana. Penso che lì Zaia abbia fatto un’opera buona perchè alla fine quella strada porterà risorse alla regione Veneto. In poco tempo, basta che ci sia la galleria di Malo e tanta gente prenderà la superstrada della pedemontana veneta”.
Il sistema Italia
Carlo Trevisan, cittadino di Venezia: “Insisto che la sanità comunque è un settore, importantissimo certo. ma è un settore nel quale si deve intervenire a livello economico. Parlavamo dei pensionati a mille euro al mese di pensione. Se non controlliamo i prezzi, poiché liberi, se il prezzo del gas diventa improvvisamente così esoso da divenire una bolletta di cinque-sei volte maggiore rispetto a quando pagava normalmente, è chiaro che non ci sono neanche i soldi per curarsi.
Il problema è che non si può vedere esattamente, come all’epoca marxista, che tutto deve essere pubblico. Non è possibile. Il Comunismo è stata una risposta sbagliata ai problemi veri e non ancora risolti. È stata risposta sbagliata, quindi non si può ipotizzare uno Stato socialista che paga tutto quanto. Questo perchè oltre quello che paghiamo di tasse non si può andare.
Non si può neanche continuare a promettere la non possibile riduzione delle tasse. Questo deve essere chiaro. Siccome si mente, si continua a mentire per il consenso. Si svendono le case popolari a poco prezzo per accontentare la gente e poi non si hanno i soldi della manutenzione. Bisogna pensare a questo sistema in maniera diversa, anche controllando i prezzi” ha concluso Carlo Trevisan.
GUARDA ANCHE: Pietro Gasparoni: “Oggi la gente rinuncia alla salute”