Il Covid-19 colpisce inesorabilmente le persone più fragili, quelle soggette ad altre malattie, e gli anziani sono sicuramente la popolazione più a rischio. Sarah Tommasi, coordinatrice dell’Unità Operativa di Lungodegenza e dell’Ospedale di San Bonifacio, ospite ad Obiettivo Salute spiega la situazione covid-19 nelle case di riposo conseguenze che il virus ha sulle persone anziane
Situazione Covid-19 nelle case di riposo
La situazione per le persone anziane è critica. All’interno delle case di riposo è già difficoltosa la vita lontana dal proprio nucleo famigliare, a questa si aggiunge l’imposizione di uno stato di isolamento assoluto. Molti sono caduti nello sconforto e nella depressione, non potendo più vedere i propri famigliari.
La solitudine porta ad avere dei gravi scompensi psicologici nell’anziano, cadendo in una sorta di depressione. Questo contribuisce ad un’accelerazione del decorso delle patologie già presenti, poiché si registra un abbassamento delle difese immunitarie. Nel post-quarantena si è data la possibilità di incontro, evitando, per la tutela della salute dell’anziano, qualsiasi tipo di contatto, con l’utilizzo di barriere protettive.
Case di riposo
All’interno di queste strutture i responsabili si stanno attivando per mettere a disposizione mezzi di comunicazione tecnologici, ad esempio tablet, per assicurare la possibilità di contatto, seppur minimo, tra gli utenti e i famigliari.
Anziani a domicilio
Sono state attivate ulteriori risorse per infittire la rete di servizi per anziani. Un esempio sono le Unità Speciali di Continuità Assistenziale (USCA), composte da medici e infermieri che si recano direttamente all’abitazione dell’anziano, intercettando i soggetti più fragili. In questo modo l’anziano è sottoposto ad un monitoraggio continuo, sia per i parametri di controllo più generali, che per effettuare un tampone.
Un ulteriore risorsa che sarà disponibile prossimamente è l’infermiere di famiglia. Si tratta di una figura che aiuterà i medici di base e i Distretti a intercettare gli anziani soli, fragili, cercando di prevenire il più possibile qualsiasi rischio, che potrebbe portare ad un’eventuale ospedalizzazione.