Tre commissari per affrontare la crisi
Il Ministero delle Imprese ha ufficializzato la nomina di un team di tre commissari per la gestione della crisi di Speedline, storica azienda produttrice di cerchi in lega, con sede a Santa Maria di Sala. Alla guida della complessa fase di amministrazione straordinaria ci saranno Maurizio Castro, già operativo in azienda, affiancato dagli avvocati Giovanni Patti e Alfonso Celotto, esperti di diritto societario e procedure di crisi aziendali.
La decisione di affidare la gestione a un trio di commissari riflette la complessità della situazione. Speedline, controllata dal fondo tedesco Callista, sta attraversando un periodo critico che mette a rischio la stabilità di 270 lavoratori e il futuro produttivo dell’azienda.
Sindacati e Regione Veneto al lavoro
«La scelta di nominare tre commissari, seppur inaspettata, potrebbe rivelarsi strategica per preservare e rilanciare Speedline», commentano le sigle sindacali Cisl e Cgil.
Le segreterie provinciali di Fim Cisl e Fiom Cgil, insieme ai rappresentanti sindacali aziendali, si sono già attivate con il tavolo di crisi della Regione Veneto per avviare la procedura di cassa integrazione straordinaria, che dovrebbe offrire un sostegno immediato ai lavoratori coinvolti.
«L’obiettivo principale è garantire la continuità produttiva e occupazionale, punti cruciali per salvaguardare il tessuto economico e sociale del territorio», spiegano i rappresentanti sindacali.
Il futuro di Speedline e dei lavoratori
La nomina dei tre commissari ha suscitato un cauto ottimismo tra le maestranze e i sindacati. Questa fase di amministrazione straordinaria, infatti, rappresenta una possibilità concreta per strutturare un piano di rilancio capace di rispondere alle difficoltà economiche e organizzative che gravano sull’azienda.
Il futuro di Speedline resta incerto, ma l’attenzione delle istituzioni locali e nazionali fa ben sperare. «Ora più che mai – concludono i sindacati – serve uno sforzo congiunto per trovare soluzioni efficaci e riportare l’azienda su un percorso di sostenibilità industriale».
I riflettori, intanto, rimangono puntati su Santa Maria di Sala, dove lavoratori e territorio attendono risposte concrete per un futuro meno incerto.
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