Uccelli di città: progetto ornitologi dal balcone. Parla Mauro Bon

Ornitologi dal balcone, l'invito ai cittadini ad osservare la natura che li circonda monitorando la biodiversità degli ambienti urbani

Ornitologi dal balcone è il nuovo progetto facente parte di Uccelli di Città, un più ampio progetto scientifico di mappatura delle specie di fauna che vivono nella città e in tutte le frazioni del comune di Venezia. A presentarlo Mauro Bon, responsabile della ricerca e divulgazione scientifica del museo di scienze naturali di Venezia. L’intervistato racconta come le specie segnalate in genere sono quelle più comuni ma la cosa che lo ha colpito maggiormente è proprio la voglia di sapere e dialogare dei molti curiosi ornitologi in erba. È possibile aderire al progetto contattandolo attraverso i classici canali social.

L’ecosistema urbano è vincolato dalle attività umane ed al momento sono calate drasticamente. L’ambiente è dinamico e gli animali si adattano. Ora che le città sono più tranquille per via dell’assenza dell’uomo gli animali cominciano ad essere più confidenti penetrando nel tessuto urbano con più facilità. Nel comune si è assistito negli anni ad un aumento considerevole del verde pubblico. Questo ha portato molte specie che prima stavano in campagna ad arrivare in città rendendosi osservabili dai cittadini.

Quali uccelli si possono osservare maggiormente dal balcone?

Sono molto comuni i corvidi come la ghiandaia oppure il colombaccio, una specie di piccione selvatico. In alcuni casi, è addirittura possibile l’avvistamento di un picchio rosso alla ricerca di insetti sotto la corteccia degli alberi del giardino o del picchio verde. I picchi sono specie tipicamente di bosco ma si sono adattate agli ambienti urbani. Il gabbiano reale, detto anche “domestico”, invece trae vantaggi dal turismo con le immondizie e perciò ora che l’attività umana è ridotta si sta lentamente disperdendo facendo ritorno alla laguna e alle campagne. Lo stesso vale per i colombi di Piazza San Marco, ora si trovano prevalentemente nelle campagne, a nutrirsi di semi e vecchi chicchi di mai nei campi. Si assiste ad una generale ridistribuzione delle presenze.

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