Venezia, chiesto l’ergastolo per Turetta

L'ergastolo è la pena richiesta dal PM Andrea Petroni per Filippo Turetta, accusato di aver ucciso con crudeltà e premeditazione Giulia Cecchettin

Venezia, il PM Petroni chiede l’ergastolo per Filippo Turetta: “Mi sono sentito preso in giro”.

la richiesta di ergastolo

Durante la requisitoria di oggi a Venezia, il pubblico ministero Andrea Petroni ha chiesto l’ergastolo per Filippo Turetta, il 23enne di Torreglia accusato di aver ucciso Giulia Cecchettin l’11 novembre dello scorso anno con 75 coltellate.

“Mi sono sentito preso in giro,” ha dichiarato Petroni, sottolineando la crudeltà e la premeditazione del delitto, nonché il comportamento ambiguo dell’imputato.

Stalking e pianificazione

Secondo l’accusa, la brutalità del gesto non è l’unico elemento a giustificare la richiesta della pena massima. Petroni ha evidenziato che Turetta aveva perseguitato la vittima con oltre 225.000 messaggi in meno di due anni, una media di 300 al giorno, configurando un evidente caso di stalking ossessivo.

Inoltre, il procuratore ha illustrato come l’omicidio sia stato accuratamente pianificato: già dal 7 ottobre Turetta avrebbe stilato una lista di oggetti da acquistare e passaggi da compiere per mettere in atto il delitto.

Petroni ha escluso che vi siano attenuanti generiche. Nonostante Turetta abbia fornito la password del proprio cellulare, si è scoperto che gran parte dei dati rilevanti erano stati già cancellati. Questo, secondo il procuratore, è un ulteriore segnale di una condotta manipolatoria e calcolata.

La difesa di Turetta

L’arringa difensiva è prevista per domani, 26 novembre. Gli avvocati di Turetta cercheranno di contrastare la richiesta di ergastolo, puntando probabilmente a ottenere un regime detentivo meno rigido e con possibilità di permessi. Tuttavia, l’accusa appare solida e supportata da numerose prove, comprese decine di pagine di indagini depositate dal PM.

La sentenza definitiva è attesa per il 3 dicembre, ma il clima generale lascia poco spazio a interpretazioni: una condanna all’ergastolo sembra inevitabile. Lo stalking ossessivo, la crudeltà dell’omicidio e la premeditazione emerse durante il processo rappresentano un quadro accusatorio schiacciante.

La vicenda di Giulia Cecchettin, così tragica e dolorosa, continua a scuotere l’opinione pubblica, portando l’attenzione su temi come il femminicidio e la necessità di contrastare con forza la violenza di genere.

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