Venezia, edilizia e agroalimentare senza addetti

I settori dell’edilizia e agroalimentare veneziani affrontano una grave carenza di manodopera, che mette a rischio la crescita economica locale e la sostenibilità delle imprese

FAI e FILCA CISL Venezia lanciano l’allarme per la mancanza di manodopera nei settori dell’edilizia e agroalimentare.

Edilizia e agroalimentare a rischio

I settori agroalimentare ed edile in provincia di Venezia affrontano una sfida crescente: la mancanza di manodopera qualificata.

Durante l’ultimo Consiglio generale della Cisl Venezia, Pierpaolo Piva e Andrea Grazioso, segretari generali rispettivamente della Fai Cisl e della Filca Cisl Venezia, hanno lanciato l’allarme su un fenomeno che minaccia di diventare strutturale.

In agricoltura, un settore fondamentale per l’economia locale, si registrano ben 300 posti di lavoro vacanti. «L’offerta supera la domanda – spiega Piva – a causa della crescita economica e del calo demografico». Nonostante l’occupazione in provincia tocchi il 60%, il comparto fatica ad attrarre giovani, i quali preferiscono lavori con orari più flessibili.

L’appello di Piva

Per invertire la tendenza, Piva propone iniziative di promozione per sensibilizzare i giovani verso il settore agroalimentare, investendo in formazione e innovazione tecnologica.

Anche l’edilizia è in difficoltà: mancano circa 1000 lavoratori, in un contesto in cui l’età media nazionale è di 55 anni e i pensionamenti superano le nuove assunzioni. Grazioso sottolinea che la modernizzazione del settore, tra digitalizzazione e tecnologie avanzate, richiede giovani formati per affrontare le sfide future.

Il patrimonio immobiliare italiano, infatti, è obsoleto: più del 55% degli edifici ha oltre 50 anni. L’edilizia avrà sempre più bisogno di personale specializzato nella riqualificazione e manutenzione degli stabili.

Formazione e collaborazione

Per risolvere il problema, secondo Grazioso, è essenziale collaborare con scuole, università e istituti professionali per formare lavoratori qualificati. Anche la formazione linguistica per i lavoratori stranieri rappresenta un punto chiave.

L’obiettivo finale è rendere questi settori più appetibili per le nuove generazioni, garantendo un ricambio generazionale che possa sostenere l’economia locale e preservare il territorio.

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